Spettacolo David Harbour: «Sono bipolare»

CoverMedia

7.6.2018 - 13:11

Source: Covermedia

Intervista shock della star di Stranger Things: «A 25 anni i miei genitori mi hanno rinchiuso in un manicomio».

Il protagonista di «Stranger Things» David Harbour è affetto da un disturbo bipolare.

L’attore - che nell’amata serie Netflix veste i panni dello sceriffo Jim Hopper -, ha raccontato di aver ricevuto la diagnosi all’età di 25 anni e di essere stato portato in un manicomio dai suoi genitori.

«Sto per raccontare un lato della mia vita di cui non ho mai parlato pubblicamente - ha dichiarato l’attore oggi 43enne -. C'era questa cosa del Cattolicesimo... ero sobrio da un anno e mezzo, avevo 25 anni e avevo avuto un episodio maniacale. Mi è stato diagnosticato il disturbo bipolare. C'è stato davvero un momento in cui ho creduto di essere in connessione con Dio. Ma non era così. Era come se all'improvviso conoscessi tutte le risposte».

Il periodo trascorso all’interno dell’istituto di igiene mentale è stato molto duro da affrontare per David.

«Ho una cosa da dire sul manicomio. Non è divertente come si crede. C'è la tendenza ad averne un'idea romantica, del tipo: "Sei un genio". In realtà, è una cosa tristissima e puzza di m****», ha rivelato.

«Siete mai stati in un istituto psichiatrico? L’unica cosa che definisce una persona pazza e una persona normale - perché un pazzo può apparire assolutamente normale -, è il fatto che sono convinti di essere normali. I pazzi sono convinti di essere normali. È incredibile».

David ha imparato a gestire la sua condizione psicologica attraverso dei metodi decisamente alternativi.

«La cosa divertente del mio cervello è che ogni episodio maniacale è associato a una fase mistica. Invece, di solito le persone dicono di avere bisogno di meditare di più o di fare yoga. Al contrario, io devo mangiare un cheeseburger, fumare sigarette e uscire con qualcuno. Perché quando mi avvicino alle "risposte" e divento spirituale, quando sono "completamente presente a me stesso", è in quel momento che vado fuori di testa. Il mio auto-aiuto consiste nel sedermi su un divano e giocare con i videogame!».

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