Ginevra È morto il regista svizzero Alain Tanner

SDA

11.9.2022

Alain Tanner in una foto scattata a Locarno nel 2010.
Alain Tanner in una foto scattata a Locarno nel 2010.
KEYSTONE/JEAN-CHRISTOPHE BOTT

Il cineasta Alain Tanner è morto domenica all'età di 93 anni. L'annuncio è stato fatto dall'Associazione Alain Tanner, d'intesa con la famiglia del defunto.

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Riconosciuto a livello internazionale, Tanner è stato una delle figure di spicco del cinema elvetico ed è all'origine del nuovo cinema svizzero negli anni 1970.

Era nato il 6 dicembre del 1929 a Ginevra. Nel 1951 aveva fondato, insieme a Claude Goretta, il cineclub universitario di Ginevra. A 23 anni si era imbarcato nella marina mercantile e, dal 1955 al 1958, aveva vissuto a Londra dove si era appassionato di cinema e aveva trovato un lavoro presso il British Film Institute.

«La Salamandre» cult per un'intera generazione

Nel 1957 Tanner realizza il suo primo film insieme a Goretta, «Picadilly la nuit» (Nice time). Nel 1968 aveva fondato la casa di produzione Groupe 5 assieme allo stesso Goretta, a Jean-Louis Roy, Michel Soutter e Jean-Jacques Lagrange (in seguito sostituito da Yves Yersin).

Le loro opere permettono al cinema svizzero di raccogliere consensi all'estero e ne offrono un nuovo approccio controcorrente.

Al suo attivo si contano una ventina di lungometraggi, tra i quali spiccano «Charles mort ou vif» (1969), Pardo d'oro al Festival internazionale di Locarno, «La Salamandre» (1971), diventato poi un film culto per un'intera generazione, «Jonas qui aura 25 ans en l'an 2000» (1976), «Les Années lumière» (1981), Grand prix speciale della Giuria a Cannes, o ancora «Dans la ville blanche» (1983). Il suo ultimo lungometraggio, «Paul s'en va», esce nel 2004.

Un secondo Pardo a Locarno

In una sua intervista del 2009 al settimanale Lausanne-Cité in occasione dei suoi 80 anni Tanner aveva dichiarato che «lo stato del mondo mi rattrista profondamente».

«C'è un vero e proprio degrado globale delle cose. Il capitalismo, che aveva una sua dinamica, che aveva creato ricchezza, ci porta oggi a sbattere contro un muro. Però non sono stufo della vita ma stanco di lottare per la cultura, per il cinema... «. Il regista voleva tuttavia continuare a sognare, prendersi cura dei nipotini e «leggere e rileggere libri».

Nell'agosto 2010 a Tanner viene attribuito il Pardo d'onore della 63esima edizione del Festival internazionale del film di Locarno e nella sua lunga carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti anche a Venezia e negli Stati Uniti.

Nel 2014, gli archivi di Alain Tanner sono ceduti alla Cineteca svizzera di Losanna.

Il commento del direttore della Cineteca svizzera

Con la morte di Alain Tanner, la Svizzera perde un «monumento del suo cinema». Ne è convinto il direttore della Cineteca svizzera Frédéric Maire, il quale ha elogiato il «rigore» del regista scomparso e ha ricordato l'attivista che ha contribuito alla crescita del sostegno pubblico ai film nel nostro Paese.

«Rappresentava il Nuovo cinema svizzero degli anni 1970. Eppure i suoi film rimangono moderni ancora oggi», ha detto Maire all'agenzia Keystone-ATS. Secondo l'ex direttore del Festival del film di Locarno, le opere di Tanner sono apprezzate anche dai giovani che le vedono per la prima volta.

Le tematiche affrontate da colui aveva pure filmato il «maggio del 1968» per la televisione, dal capitalismo all'ambiente, sono più che mai attuali.

Tra i giovani cineasti svizzeri della nuova generazione, è difficile designare un erede vista la radicalità e l'approccio molto politico di Tanner. Forse il giovane regista svizzero-tedesco Cyril Schaüblin, ha azzardato Maire.

Quest'ultimo rende omaggio al Tanner «attivista» e «militante» che negli anni 1960 si è adoperato molto per la legge sul cinema. I suoi sforzi sono stati importanti per ottenere gli aiuti pubblici.

La Cineteca diffonde peraltro regolarmente le opere del defunto regista con il sostegno dell'Associazione Alain Tanner. Un incontro sulla sua opera era già stato organizzato nel 2010 alla presenza del cineasta. «Sicuramente gli renderemo ancora omaggio», ha dichiarato Maire.