Spettacolo Jane Fonda sull'attivismo: «Potevo morire»

CoverMedia

9.10.2020 - 11:09

71st Annual Cannes Film Festival - 'BlacKkKlansman' - Premiere

Featuring: Jane Fonda
Where: Cannes, France
When: 14 May 2018
Credit: IPA/WENN.com

**Only available for publication in UK, USA, Germany, Austria, Switzerland**

Featuring: Jane Fonda
Where: Cannes, France
When: 14 May 2018
Credit: IPA/WENN.com

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71st Annual Cannes Film Festival - 'BlacKkKlansman' - Premiere Featuring: Jane Fonda Where: Cannes, France When: 14 May 2018 Credit: IPA/WENN.com **Only available for publication in UK, USA, Germany, Austria, Switzerland** Featuring: Jane Fonda Where: Cannes, France When: 14 May 2018 Credit: IPA/WENN.com **=Only available for publication in UK, USA, Germany, Austria, Switzerland**
Source: IPA/WENN.com

L’attrice ricorda le minacce ricevute per le sue posizioni, ritenute eversive negli anni ’70.

Jane Fonda è da sempre una delle star di Hollywood più impegnate nel sociale.

Negli anni ’70, l’attrice si unì ai movimenti anti-bellici, durante la Guerra del Vietnam, e antirazzisti.

Nel 2013 fu rivelato che il governo americano avesse spiato la star per le sue posizioni, considerate eversive.

Parlando con Indya Moore, per il magazine Interview, Jane ha confermato di aver ricevuto molte minacce di morte, soprattutto per il suo sostegno al “Black Panther Party”, e di aver temuto di essere assassinata.

«La mia casa è stata scassinata - ricorda la star -. Sono stata pedinata per un certo numero di anni. Abbiamo ricevuto varie minacce di morte. Dovevamo avere qualcuno che accendesse la nostra auto da remoto prima di salire a bordo, perché temevamo che qualcuno avesse piazzato una bomba. È stato un periodo interessante, per usare un eufemismo».

Le sue posizioni anticonformiste costarono a Jane anche alcuni importanti ruoli cinematografici.

«Non c’era una vera e propria blacklist ufficiale e istituzionalizzata come negli anni ’50, ma c’era una sorta di “lista grigia”. Molti studios non volevano lavorare con me. Il governatore del Maryland disse apertamente che non ero gradita nel suo stato e che i miei film non sarebbero stati proiettati lì. Questo genere di cose».

«Fu usato un programma di controspionaggio su di me e Angela Davis, molte Pantere Nere e molti attivisti anti-bellici dell’epoca - ha rivelato -. Di me pensavano che fossi una giovane donna bianca e privilegiata da spaventare. Ma più lo facevano e più io puntavo i piedi, rifiutandomi di lasciarmi intimidire».

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