Spettacolo Kevin Spacey: molestie sul set di House of Cards

L’attore - che ha utilizzato il suo tweet di scuse per rivelare la sua omosessualità -, si sarebbe reso colpevole di molestie anche durante la produzione del nota serie televisiva House of Cards.

La Media Rights Capital e Netflix hanno ammesso come ci siano state delle lamentele contro Spacey per una serie di comportamenti inappropriati, che hanno spinto la produzione ad avviare un’indagine interna.

Come confermato da un portavoce della MRC, i fatti risalgono al 2012, anno della prima stagione della serie.

«Durante il nostro primo anno di produzione, nel 2012, un membro della nostra crew si lamentò per alcune osservazioni e alcuni gesti di Kevin Spacey. La situazione fu subito analizzata e crediamo che si sia risolta con la soddisfazione di tutte le parti coinvolte», ha dichiarato il rappresentante della casa di produzione.

La MRC inoltre ha confermato come l’attore premio Oscar seguì un programma di recupero.

«Il Sig. Spacey ha partecipato volontariamente a un programma per analizzare i suoi comportamenti. E da allora nessun altro ha presentato delle lamentele contro Spacey».

Anche Netflix ha rilasciato un comunicato sulla controversia: «In seguito alle accuse contro Kevin Spacey venute a galla domenica sera, in collaborazione con la MRC, lunedì mattina abbiamo mandato un nostro rappresentante sul set. Netflix è stata informata che l’incidente è avvenuto cinque anni fa. Ci è stato detto che l’episodio si è risolto rapidamente».

Nel frattempo la CNN ha fatto sapere come almeno otto tra dipendenti ed ex dipendenti di House of Cards abbiano denunciato gli atteggiamenti «predatori» di Spacey.

Un ex assistente alla produzione ha rivelato di essere stato aggredito sessualmente da Kevin durante uno dei primi episodi dello show, mentre un altro uomo ha accusato di essere stato messo all’angolo dall’attore che avrebbe tentato di toccargli le parti intime.

Kevin intanto è un uomo sempre più solo: in settimana il 58enne è stato scaricato dai suoi agenti alla CAA e dalla sua pubblicista Staci Wolfe.