Stasera a Lugano Sul palco? Mahmood: «Qualcosa di magico, tra ghetto e Olimpo»

Di Carlotta Henggeler

26.8.2021

Il rapper italiano Mahmood a Montreux nel 2019.
Il rapper italiano Mahmood a Montreux nel 2019.
KEYSTONE/Valentin Flauraud

Mahmood è l'antitesi del pop leggero di Eros Ramazzotti e delle ballate di Laura Pausini. Il secondo classificato dall'Eurovision Song Contest nel 2019, di scena in Piazza Riforma a Lugano questa sera nell'ambito di «LAC en plein air», ci parla del Montreux Jazz Festival e del perché la musica italiana è così popolare nel mondo.

Di Carlotta Henggeler

Mahmood, come si sente?

Sono molto contento che sia uscito il mio nuovo album, è stato un lavoro di due anni e mezzo. Sono molto soddisfatto, è proprio così come l'ho scritto. Non vedo l'ora di proporlo in concerto.

Il suo nuovo album si chiama «Ghettolimpo». Cosa vuol dire?

Ci ho messo un po' per deciderlo. Stavo cercando la parola giusta, che potesse racchiudere una cosa molto bassa e molto alta in un unico sostantivo. Una cosa che potesse comprendere la quotidianità raccontata, ma paragonata ai miti greci. Ho inventato questo nome di sana pianta. Quella della mitologia greca è una fissazione che nasce da quando ero bambino. Mi piaceva leggere i libri con le storie sui miti greci che mi aveva comprato mia mamma. Ho quindi iniziato a mescolare la mitologia greca con la quotidianità.

E l'album stesso, cosa ci racconta?

In questo album parlo degli ultimi due anni, racconto quello che ho vissuto dopo Sanremo, all'Eurovision Song Contest. Viaggio molto, quindi parlo anche dei miei viaggi.

Per quest'album ha lavorato con Woodkid ed è nata la canzone «Karma». Ci racconti questa collaborazione.

Woodkid l'ho conosciuto un anno e mezzo fa dopo una sfilata a Parigi. Abbiamo fatto amicizia e siamo andati a ballare in discoteca. Per un anno ci siamo scritti su Instagram. Poi gli ho chiesto: «E se andassimo in studio a creare qualcosa insieme?». Lui ha risposto: «Certo». Allora sono partito per Parigi e abbiamo iniziato a scrivere testi in studio. È  stato un po' difficile scrivere in inglese e parlare l'inglese tutto il giorno, ma si è rivelato molto stimolante, ho imparato tantissimo, sono molto contento di questa canzone.

È stato a Montreux nel 2019, che ricordi ha di quell'esperienza?

È stato bellissimo, noi cantavamo prima di Rita Ora. La sala era pienissima, il pubblico era contentissimo, ci siamo divertiti quel giorno. Per noi era un onore suonare al Festival, che conoscevamo già a livello di nomea. Un giorno indimenticabile, mi ricordo addirittura come ero vestito.

Quest'anno torna per due concerti in Svizzera, il primo stasera a Lugano. Come si spiega questa popolarità?

Non me la spiego. Incredibile, sono molto felice, perché a noi la Svizzera piace un sacco. Mi ricordo i concerti a Lugano due anni fa. Uno dei primi del tour, quindi c'era l'emozione del primo all'estero. Sono molto contento di tornarci e spero di fare un'altra figata come la volta scorsa.

Cosa le piace della Svizzera?

I dolci!

Come mai la musica italiana è così amata in tutto il mondo?

Sono convinto che la musica italiana stia migliorando negli ultimi due anni anche a livello di artisti. Stanno nascendo nuovi musicisti super talentuosi, sono molto orgoglioso di questo. Vogliamo fare la differenza anche fuori dal nostro Paese.

Nel 2019 è arrivato secondo all'Eurovision Song Contest con «Soldi». La partecipazione a questo evento è un'enorme spinta per la carriera.

Sicuramente, l'Eurovision mi ha dato l'opportunità di farmi conoscere in Europa da persone che prima non sapevano chi fossi.

Quest'anno ha fatto il tifo per i Maneskin?

Sì, quest'anno hanno spaccato, sono stati bravissimi.

Le piacciono?

Devo dire che sono degli animali da palcoscenico. Col rock comunque non ho molta affinità, sono distante da quel genere. Però riconosco che c'è talento.

Avendo radici egiziane da parte di suo padre, vede l'Italia in un modo diverso?

Ho avuto l'opportunità di attingere da due mondi a livello musicale. Non ho vissuto molto la parte araba perché sono stato solo due volte al Cairo da papà. Ma da piccolo mi faceva sentire le canzoni arabe che piacevano a lui. Quelle sonorità sono rimaste nel mio stile di scrittura e di produzioni sonore, sicuramente è stato un arricchimento.

Ha vinto Sanremo, è andato fortissimo al Eurovision Song Contest 2019, arrivando secondo. Quali ambizioni ha ancora?

Andare a lavorare per un lungo periodo all'estero mi servirebbe, sia a Londra che in America. Viaggiare, conoscere posti nuovi, è una cosa che mi arricchirà.

Dal punto di vista musicale, in che direzione vorrebbe proseguire?

Sono molto attratto dall'America, ci sono stato poco. Sono stato solo un giorno a New York e non ho visto niente, quindi ci vorrei tornare.

Come ha vissuto la situazione Covid?

Di sicuro è meglio se non ci fosse stata. Ma ho riflettuto tanto, è arrivata in un momento in cui la mia sfera sociale non era tranquillissima. Il fatto di essere chiusi in casa con la mia famiglia, stare vicino ai miei amici, mi ha fatto capire quali sono le cose importanti.

Che sarebbero?

Gli affetti personali, la famiglia, gli amici. È importante impegnarsi per raggiungere qualcosa, ma la cosa fondamentale è star bene, stare tranquilli e rimanere felici, senza dovere diventare ossessivi verso qualcosa.

Per stare sul palco e cantare bisogna essere in forma. Lei cosa fai?

Con le lezioni, continuo a studiare canto. Mi serve ancora studiare. Sono uno che quando ha un momento libero, si butta a studiare. Penso che lo studio sia indispensabile per chi vuole fare bene questo mestiere.

Per chi non l'ha ancora vista dal vivo, cosa si possono aspettare i suoi fans a Lugano stasera?

Si devono aspettare qualcosa di magico, tra il ghetto e l'Olimpo.