Polemica Sgarbi furioso per i soldi pubblici «sprecati» dai Musei Reali di Torino

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2.3.2023 - 11:10

Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi

Secondo il sottosegretario alla Cultura, l’acquisto del dipinto «Concerto a due figure» di Antiveduto Gramatica è stato pagato 250mila euro in più rispetto al suo valore di mercato.

2.3.2023 - 11:10

Vittorio Sgarbi denuncia l’acquisizione del «Concerto a due figure» del pittore seicentesco Antiveduto Gramatica da parte del Ministero, che l’avrebbe strapagato rispetto al valore di mercato.

La tela, presentata ieri alla Galleria Sabauda, è destinata ai Musei Reali di Torino e va a unirsi all’altra già presente per ricomporre così l’opera «La Musica».

«Si può acquistare il «frammento» di un dipinto per 350 mila euro quando le opere dell’autore hanno una quotazione media di 100 mila?», si chiede Sgarbi, esprimendo i suoi dubbi in merito all’operazione da parte del Comitato scientifico del Mic che ha legittimato l'acquisto. 

Sarebbe mancato il consenso dell'amministrazione

«Alle spalle dell’attuale amministrazione, all’insaputa del ministro e del sottosegretario, informato dalla stampa torinese – spiega Sgarbi –  i Musei Reali di Torino, organo che si ritiene evidentemente indipendente dal Ministero della cultura, hanno presentato la modesta, benché definita straordinaria, acquisizione di un «Concerto a due figure» di Antiveduto Gramatica, acquistato dalla Direzione generale musei del Ministero nel settembre 2022, prima del varo dell’attuale Governo, con il parere positivo del Comitato tecnico scientifico», spiega il sottosegretario alla Cultura, aggiungendo tutti i dettagli utili.

«Il frammento è stato acquistato, da quello che è dato sapere, da un antiquario inglese, Derek Johns, dopo essere stato esposto al Tefaf di Maastricht presso la «Carretto & Occhinegro Gallery» con la richiesta di 1 milione di euro, scesa poi a 350 mila euro (…) il valore di mercato congruo di un dipinto italiano che si suppone proveniente dalla collezione Torlonia, per di più un frammento, sia pure collegato a un’opera presente nei Musei Reali di Torino, esportato in epoca indefinita, fatti tutti i riscontri, non può superare i 100 mila euro», chiarisce Sgarbi. 

«Non si capisce quindi la legittimazione, da parte del Comitato tecnico scientifico, di un prezzo fuori dal mercato italiano e acquistato sul mercato più costoso del mondo, dopo anni di mortificazione degli antiquari italiani con vincoli e notifiche di quadri che non si acquistano, d’interesse ben superiore. Mi riferisco, per esempio, al notevolissimo dipinto di Pietro Paolini notificato a Torino all’antiquario Voena.
Come si può a queste condizioni ritenere «straordinaria» l’acquisizione del frammento di Antiveduto Gramatica, arbitrariamente definito «capolavoro»?».

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