Il rapinatore di Kim Kardashian Yunice Abbas: «Non ho pensato al trauma di cui è stata vittima»

Caroline Libbrecht / AllTheContent

2.3.2021

Yunice Abbas ha partecipato alla rapina ai danni di Kim Kardashian, stimata a 9 milioni di euro. Il suo processo avrà luogo tra un anno.
Yunice Abbas ha partecipato alla rapina ai danni di Kim Kardashian, stimata a 9 milioni di euro. Il suo processo avrà luogo tra un anno.
Patricia Ide Beretti / Ed. L'Archipel

Il 3 ottobre 2016, Yunice Abbas entra, con quattro complici, nell’edificio parigino in cui Kim Kardashian alloggia in una suite di lusso. La cosiddetta «banda dei nonni» ne esce con gioielli per 9 milioni di euro. In un libro, Yunice Abbas racconta il «furto del secolo».

Quale accoglienza sta ricevendo il suo libro scritto a quattro mani con il giornalista Thierry Niemen, «Ho sequestrato Kim Kardashian» (edizioni L’Archipel)?

Non volevo mettermi in mostra, volevo che fosse il mio coautore a promuovere il libro. Alla fine sono io che devo fare a malincuore la presentazione perché i giornalisti vogliono pormi delle domande sul caso Kardashian. Dunque io rispondo alle interviste e scopro il mondo mediatico, un sistema di cui ignoravo tutto. Ci sono dei codici, delle preferenze, la visione morale… Ma non mi lamento, il libro in linea di massima è ben accolto.

Come si è svolta la scrittura del libro?

Thierry Niemen è un amico, ci si conosce da una ventina di anni. Quando sono uscito dalla detenzione provvisoria, ho voluto dare la mia versione dei fatti. I media erano talmente presi dal caso Kardashian che circolavano versioni diverse. Ho voluto dare la mia. Ho proposto a Thierry Niemen che scrivessimo un libro insieme. Abbiamo scritto una decina di pagine che abbiamo proposto a degli editori. Le edizioni L’Archipel hanno accettato di pubblicare il libro.

«Abusare di lei fisicamente, non ci è mai passato per la testa!»

Quali sono le informazioni false che sono state messe in circolazione?

Si è parlato di aggressioni sessuali, cosa che non mi è piaciuta per nulla! D’altronde Kim Kardashian non ha mai parlato di questo. Ha temuto per la sua integrità fisica. Visto che è una bomba sexy, lo si può comprendere. Ma abusare di lei fisicamente non ci è mai passato per la testa!

Al momento dei fatti, lei aveva 63 anni, di cui 21 passati dietro le sbarre per diverse questioni. Come l'hanno contattata per partecipare alla rapina di Kim Kardashian?

Me l’hanno proposto due settimane prima dei fatti. Non mi era mai stato citato il suo nome, che non conoscevo d’altronde! Mi è stato solo detto che era la moglie di un famoso rapper. Ho scoperto la sua identità all’indomani dell’operazione, guardando il telegiornale. Non sono entrato nella sua suite, non l’ho vista di persona.

Il 3 ottobre 2016, Kim Kardashian si trovava a Parigi per la Fashion week. La sera, viene riaccompagnata nella sua residenza hotel, vicino alla Madeleine a Parigi. Poi, la sua guardia del corpo ha accompagnato sua sorella in discoteca… Come sapeva che Kim Kardashian sarebbe stata sola quella sera?

Non ho partecipato ai preparativi, non so come le informazioni siano state raccolte. Alcune si trovavano su internet (dove Kim Kardashian postava delle foto del suo anello di fidanzamento valutato 4 milioni di euro, ndr.), altre sono dovute sfuggire al suo entourage. Abbiamo parlato con il suo autista.

Qual è stato esattamente il suo ruolo la sera del 3 ottobre 2016?

Siamo entrati in tre, poi altri due complici ci hanno raggiunto. Eravamo vestiti da poliziotti. Il concierge ci ha lasciati entrare. Io l’ho immobilizzato, poi ho preso il suo posto, nel caso in cui si presentasse la clientela. Non è venuto nessuno. Avevamo portato il necessario per coprire le telecamere di sorveglianza, ma erano inaccessibili perché poste molto in alto. Ad ogni modo, non filmavano …

«Sono responsabile tanto quanto gli altri.»

Dal momento che è rimasto alla reception, non ha visto Kim Kardashian in persona. Il titolo del libro inganna, perché non è stato lei a sequestrare la star…

Sì, il titolo è accattivante! Ma, stando alla legge, io faccio parte della banda, sono complice e quindi responsabile tanto quanto gli altri.

Come ha reagito Kim Kardashian quando i suoi complici si sono introdotti nella suite?

Secondo quanto mi è stato riportato, non ha fatto per nulla resistenza. I gioielli erano lì vicino, loro li hanno presi e basta. Il tutto è durato pochi minuti. Al trauma di cui è stata vittima, non ci ho pensato lì per lì. L’ho capito in seguito. Dall’indomani ho realizzato.… Ed è stato lì che mi sono pentito.

«A quel punto la borsa che avevo messo sul manubrio si è incastrata nella ruota anteriore, e sono caduto.»

Dettaglio significativo di questa rapina: lei è arrivato e ripartito in bicicletta. Perché?

In quegli angoli di Parigi è difficile – o a tratti impossibile - parcheggiare. Un’auto avrebbe potuto mettere dare nell'occhio. In bicicletta, eravamo più discreti. Le abbiamo parcheggiate nel recinto dell’edificio e siamo ripartiti subito. L’unico imprevisto: ho incrociato una pattuglia di polizia nel quartiere. Hanno rallentato, ho creduto che mi avrebbero arrestato, ho alzato la mano per dire che mi arrendevo. Hanno creduto che li salutassi e hanno continuato il loro tragitto. Ero il primo ad essere sorpreso! A quel punto la borsa che avevo messo sul manubrio si è incastrata nella ruota anteriore, e sono caduto. Ma ciò non mi ha impedito di ripartire tranquillamente… con una gomma a terra (ride).

Cosa c’era in quella borsa?

In teoria avrei dovuto prendere il travestimento da poliziotto e il materiale per coprire le telecamere. Non dovevo essere io a prendere questa borsa piena di gioielli. Quando sono scappato in bicicletta, la borsa era chiusa male e si è riversata sul marciapiede, quando sono caduto. Ho raccolto tutto rapidamente. Nella foga, ho dimenticato un gioiello a terra. Ma, contrariamente a ciò che è stato detto, non è questo che mi ha tradito! È stato il DNA di contatto: la polizia ha ricostruito il mio DNA a partire da una traccia… Tuttavia, indossavo due paia di guanti.

«Siamo andati soprattutto per l’anello di fidanzamento che valeva 4 milioni.»

9 milioni di euro… è la rapina più spettacolare degli ultimi vent’anni?

Si, per un privato! Siamo andati soprattutto per l’anello di fidanzamento che valeva 4 milioni. In più i gioiellieri prestavano a Kim Kardashian dei gioielli di gran valore per la fashion week. Questi ultimi, che si trovavano alla rinfusa nella borsa, li ho restituiti ai miei colleghi: l’indomani mattina, infatti, sono venuti a recuperarla. In seguito, l’oro è stato fuso, i gioielli rivenduti. Tutti abbiamo ricevuto degli acconti, che sono stati sequestrati dalla giustizia. Da parte mia, ho ricevuto 70’000 euro, che poi la giustizia mi ha ripreso. Era un acconto, attendevo molto di più. Hanno recuperato di più da altri membri della banda, ma non tutto è stato ritrovato …

Lei è sposato, padre di famiglia e anche nonno. Cosa sapeva sua moglie?

Ci conosciamo da 43 anni ed erano 9 anni che non avevo più problemi con la giustizia. Lei ha sospettato che fossi implicato, ma io sostenevo il contrario. Se gliel’avessi detto, sarebbe stata complice e sarebbe stata obbligata a denunciarmi. Non le ho detto nulla, ho atteso che venissero a bussare alla porta per arrestarmi.

«Mia moglie è molto arrabbiata, chiaramente.»

Tre mesi dopo i fatti, nel gennaio 2017, lei è stato arrestato. Come ha reagito la sua famiglia?

I miei figli hanno reagito molto male. È stato mio figlio che ha aperto la porta alla polizia. Mia moglie era molto arrabbiata, chiaramente: ha subito la perquisizione. Per fortuna i poliziotti hanno capito che non aveva niente a che vedere con l'accaduto. Non hanno trovato niente a casa. Oggi potrebbe scrivere un libro e raccontare la vita della moglie di un gangster, perché lei ne avrebbe, di cose da raccontare! (risate)

Ad oggi, con la data del processo che si avvicina, cosa sente?

Ho molti rimpianti! È stato eccessivo. La salute mi ha abbandonato, ho dei grossi problemi cardiaci.

Tornando indietro, perché ha accettato di fare questo colpo?

Il denaro, ma non soltanto. È anche qualcosa che ci tiene a galla: vogliamo provare a noi stessi e agli altri che ne siamo ancora capaci! Oggi, rischiamo tra i 5 e i 10 anni di detenzione, o anche 15 anni, secondo l’implicazione di ciascuno, le circostante attenuanti, lo stato di salute, etc. Il processo si terrà tra più di un anno…

«La giustizia ha preso i diritti d’autore, saranno ceduti alle parti civili.»

Cosa si attende da questo libro?

La giustizia ha preso i diritti d’autore, saranno ceduti alle parti civili. Dunque non mi aspetto niente da questo punto di vista. Spero che al processo i giurati potranno giudicare in anima e coscienza. Questo è tutto! E poi, mi ha fatto bene scrivere questo libro e raccontare la mia storia. Ci sono 70 pagine sul caso Kardashian, tutto il resto racconta il mio percorso di vita.

Libro "J'ai séquestré Kim Kardashian"
Libro "J'ai séquestré Kim Kardashian"
Ed. L'Archipel

Nota della redazione: le dichiarazioni raccolte in quest’intervista sono solo responsabilità dell’intervistato.

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