Esposta all'attenzione del pubblico sin dalla più giovane età, Lara Gut-Behrami ha vissuto momenti difficili in una carriera fatta di alti e bassi, di grandi vittorie e lunghi infortuni. Intervistata da blue Sport la ticinese si è aperta raccontandosi in una conversazione insolitamente profonda.
ll 28 dicembre 2007 una certa Lara Gut faceva il suo debutto in Coppa del Mondo, alla giovanissima età di 16 anni. Poco tempo dopo, all'inizio di febbraio, a St. Moritz la ticinese saliva per la prima volta sul podio in una discesa di Coppa del Mondo, grazie ad un sorprendente terzo miglior tempo. E pensare che non fu la più veloce solamente a causa di una caduta ad un passo dall'arrivo. Da quel giorno tuttavia, il mondo dello sci, e non solo, conobbe il suo nome, senza più dimenticarlo.
In seguito agli eccellenti risultati la ticinese trascorrerà gran parte del suo tempo sulle piste da sci. Lara Gut-Behrami non ha mai vissuto un'adolescenza veramente spensierata. Nel corso degli anni sono state molte le pressioni, oltre che l'interesse del pubblico, ad averle fatto compagnia. Tuttavia Gut-Behrami è riuscita spesso a farvi fronte senza troppi problemi. La sua carriera è segnata da numerosi successi, il più notevole è stato trionfare nella classifica generale di Coppa del Mondo al termine della stagione 2015/16.
Ma quello che il grande pubblico non vede, o spesso tende a dimenticare, sono gli altri momenti. Quelli in cui le prestazioni non sono all'altezza e l'atleta deve combattere non solo con le avversarie ma soprattutto con sé stessa. «Quando le cose non vanno bene, ti ritrovi sola nella tua stanza d'albergo per tre quarti dell'anno, senza avere nessuno intorno».
La risposta alle critiche
In questi momenti la vicinanza della famiglia, degli amici o del marito si fa sentire in modo particolare. «Ma i dubbi e le difficoltà rimangono, naturalmente», racconta Gut-Behrami prendendo ad esempio i Campionati del Mondo del 2021 a Cortina d'Ampezzo. «In quel caso dopo aver vinto lo slalom gigante sono corsa da mia madre e ci siamo abbracciate. Sono stati 10 secondi, 10 secondi di tanti anni, di tante corse! E questo mi manca. Abbiamo vissuto così tante cose come famiglia, attraverso la mia carriera. Ma quante volte ci siamo dovuti separare? Quante volte avrei avuto bisogno di un abbraccio?».
Nel corso della carriera la 30enne ha dovuto fare i conti anche con gravi infortuni. Soprattutto se si pensa alla rottura del menisco del ginocchio sinistro avvenuta dopo una caduta nello slalom della combinata in Coppa del Mondo nel 2017 a St. Moritz. Per ristabilirsi Lara ha impiegato molto tempo, e nonostante ciò non ha mai pensato di ritirarsi. «La cosa che mi dava più fastidio era che non riuscivo a capire cosa mi mancava per tornare ai massimi livelli».
In questo periodo difficile molti hanno addirittura consigliato alla specialista di velocità e di slalom gigante di chiudere la carriera. Ma lo scorso inverno "Laretta" è tornata fra le migliori atlete del circo bianco, e lo ha fatto col botto: salendo due volte sul gradino più alto ai Mondiali di Cortina (vittoria nel super G e nello slalom), cogliendo un bronzo in discesa e chiudendo al secondo posto la classifica generale di Coppa del Mondo. «Ho avuto la fortuna che le persone vicine a me mi hanno sostenuta senza compromessi, rimanendo calmi», racconta Gut-Behrami senza dimenticare molti particolari di quei periodi bui: «Non darò una seconda possibilità a tutti coloro che mi hanno consigliato di smettere. Queste persone non fanno più parte della mia vita».
Il sostegno di Valon Behrami
La stessa atleta di Comano dice di essere maturata negli anni. «In passato, avevo problemi nel mostrare le mie debolezze. Quando le gare non andavano bene, mi sembrava che tutto andasse a rotoli. Ora sono più matura, mi sento più sicura anche nelle decisioni che prendo. Ho anche il coraggio di dire "no oggi questo non mi va", oppure di chiedere aiuto», un processo lungo ma che la sta portando lontano.
Anche il marito Valon Behrami, con cui è sposata dal 2018, ha giocato un ruolo importante in questo processo di maturazione. La coppia vive a Udine (dove Valon giocava fino al 2019), a Genova (dove gioca ora) e in Ticino, oppure viaggia all'estero per gli impegni sportivi. «Valon mi ha aiutata ad essere più onesta con me stessa. Per osare di più. Al mio fianco ho qualcuno che mi sostiene, e che capisce che non tutto è sempre facile, che ci sono anche molti momenti difficili». Nella coppia di atleti di punta c'è molta intesa, anche perché entrambi parlano la stessa lingua.
L'attesa per la stagione olimpica
Prima di iniziare la sua 14esima stagione di Coppa del Mondo, Lara Gut-Behrami può quindi anche ammettere che «Mi manca non essere in grado di tornare a casa la sera, dovendo viaggiare tutto il tempo. Mi manca il tempo di qualità da spendere con i miei veri amici e con la famiglia. Ad un certo punto della tua vita impari che questo è quello che ti importa di più. Ho delle amiche che vivono una vita molto diversa. Anche a me piacerebbe vivere quella normalità fra qualche anno».
L'attesa è palpabile, Lara Gut-Behrami non vede l'ora di partecipare ai Giochi Olimpici di Pechino, anche se l'appuntamento è ancora lontano. Fra due settimane la stagione inizierà - per la prima volta - a Sölden, mentre sulle Olimpiadi ci sono ancora molte domande alle quali la ticinese non è ancora pronta a rispondere. Ma una cosa le è chiara, «Se tra 20 anni dirò di aver partecipato ai Giochi Olimpici in luoghi come Sochi, Pyeongchang e Pechino, non ci si ricorderà se si trattava di quelli estivi o invernali. E questo forse non è necessariamente il senso delle Olimpiadi...».