Le parole pesanti di Conte al termine della sfida - vinta - contro l'Atalanta hanno generato degli squarci difficilmente sanabili con la dirigenza nerazzurra.
Nonostante il buon secondo posto - se arrivare appena dopo i primi può essere definito un buon risultato per le mire di Antonio Conte - al termine della sfida di Bergamo vinta dai milanesi grazie alle reti di D'Ambrosio e Young, il coach della Beneamata ha avuto parole durissime all'indirizzo della dirigenza della sua società.
«La squadra ha cuore e orgoglio, voglia di dimostrare che spesso e volentieri le critiche ricevute non sono giuste. Poi ci sarà tempo per tutti per fare le giuste riflessioni, perché è stata un’annata molto intensa soprattutto per me a livello personale. Non è stata semplice», ha esordito Antonio Conte.
E fin qui le parole del Mister seguono un filone di positività condito anche da delle note personali. Ma poi... si abbatte la tempesta.
Le dure parole di Conte
«Non mi piace la gente che sale sul carro, la gente sul carro deve starci sempre, nei momenti positivi e negativi e qui all'Inter non è successo. Lo capisco, se si è deboli è difficile poi proteggere squadra e allenatore».
Alla fine la differenza di punti con la super-Juve è stata di un solo punto, 83 in totale, quanti quelli totalizzati dall'Inter del triplete, quella di José Mourinho.
«In realtà è molto più ampio - ha continuato Conte -, quando vuoi ridurre questa differenza devi essere forte in campo e soprattutto fuori. A fine anno faremo le nostre valutazioni, ci sarà modo di parlare anche con il presidente che però è in Cina, quindi...».
Non solo il presidente si trova in Cina - invece di essere al fianco della squadra - ma tutta la dirigenza è messa sotto accusa.
«Non è stato riconosciuto né il lavoro mio né quello dei calciatori, ho trovato scarsa protezione da parte del club nei nostri confronti. Lo capisco, se si è deboli è difficile proteggere squadra e allenatore».
Infine, il 51enne di Lecce si è dimenticato dei microfoni, della diplomazia e del buon costume. «Spesso ci sono state palate di merda su me e i calciatori, nessuno ci ha difeso».
Allegri in agguato
C'è ancora l'Europa League da giocare, ma se non dovesse cambiare qualcosa - e in fretta - l'addio di Conte all'Inter sarà inevitabile. Sullo sfondo, c'è già pronto Massimiliano Allegri, allenatore che ha trascorso un anno lontano dalle panchine e che potrebbe accettare la sfida di battere la sua vecchia formazione.
Prima di pensare a qualsiasi cambio in panchina bisognerà attendere il confronto che Conte ha chiesto - anche pubblicamente - al presidente Zhang.
L'ex coach di Juventus e Chelsea vorrebbe avere carta bianca, per poter attuare la sua filosofia; se non fosse così, il matrimonio con l'Inter potrebbe già essere ai titoli di coda.