Qualche sorpresa Resi noti dettagli sulle analisi dopo la morte di Maradona

SDA

23.12.2020 - 15:00

Uno dei più grandi calciatori al mondo, Diego Armando Maradona, è morto lo scorso 25 novembre (foto d'archivio)
Uno dei più grandi calciatori al mondo, Diego Armando Maradona, è morto lo scorso 25 novembre (foto d'archivio)
Keystone

Nuove analisi realizzate da esperti della polizia scientifica argentina sul sangue e le urine di Diego Armando Maradona, morto il 25 novembre scorso, hanno escluso la presenza di alcol o stupefacenti, ma hanno evidenziato invece importanti tracce di psicofarmaci.

Lo scrive oggi l'agenzia di stampa Telam, precisando che i farmaci rilevati durante l'esame tossicologico sono «venlafaxina, quetiapina, levetiracetam e naltrexone», e che alcuni di questi, secondo gli esperti, sarebbero «aritmogeni», ossia capaci di produrre aritmie.

La magistratura argentina dovrà quindi verificare se quei farmaci fossero adatti a un paziente con una malattia cardiaca cronica come quella di cui soffriva Maradona. A prima vista, ha dichiarato un membro del team di investigatori che lavorano nell'inchiesta aperta dopo il decesso della stella del calcio, «è sorprendente che gli siano stati somministrati farmaci psicotropi e nessuno legato alla sua malattia cardiaca».

Fonti mediche hanno peraltro spiegato a Télam che la venlafaxina è un farmaco antidepressivo per trattare i disturbi d'ansia; la quetiapina è un antispicotico per la depressione grave e alcune dipendenze; il levetiracetam è un farmaco antiepilettico che agisce sul sistema nervoso centrale e può causare sonnolenza e una ridotta capacità di reazione. Infine il naltrexone blocca l'effetto dei farmaci oppioidi ed è usato per prevenire l'astinenza da alcol.

Sulla base di questi risultati, che si aggiungono a quelli dell'autopsia dell'inizio di dicembre, l'idea dei tre procuratori che conducono le indagini (Laura Capra, Cosme Iribarren e Patricio Ferrari) è quella di convocare una commissione medica interdisciplinare per analizzare il caso e giudicare se la morte fosse evitabile, se c'è stata negligenza, e se qualcuno dei professionisti coinvolti, il neurochirurgo Leopoldo Luque e la psichiatra Agustina Cosachov, possono avere responsabilità.

L'autopsia aveva stabilito che Maradona è morto per un «edema polmonare acuto legato ad una insufficienza cardiaca cronica riacutizzata» e ad una «cardiomiopatia dilatativa».

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