Antonio Conte ammette (anche) le sue colpe «Mi arrabbio con me stesso»

bfi

6.7.2020

Antonio Conte
Antonio Conte
Getty 

La sconfitta patita a San Siro contro il Bologna ha definitivamente affossato le ultime speranze dell'Inter di rimanere in corsa per lo scudetto.

Nel derby della Mole la Juventus si è sbarazzata del Torino con un perentorio 4-1 mentre l'Inter di Antonio Conte, di scena a San Siro,  è stato beffato  dal Bologna rimasto in 10 dal 57esimo. 

La formazione milanese era riuscita  passare in vantaggio con il solito Lukaku, poi il Bologna ha pareggiato con un Musa e ha effettuato il sorpasso con l'altro Musa. L'Inter ha avuto la possibilità di sfiancare le velleità degli emiliani, quando Lukaku ha lasciato spazio a Lautaro sul dischetto del rigore ... ma l'argentino ha sbagliato.

Sono così 11 i punti che separano la Juventus - prima della classe - dall'Inter - terza forza del campionato -, un gap che potrebbe essere diventato un baratro insuperabile. 

Quel rigore buttato alle ortiche

L'Inter e Conte sono ora sotto processo, per come è andato l'incontro e in special modo per il cambio repentino dal dischetto, quando lo specialista Lukaku ha lasciato il posto al suo compagno di reparto. 

«Sono cose di campo ed è meglio che restino all'interno dello spogliatoio. Dico solo che potevamo fare meglio anche in quel caso», ha commentato l'allenatore dei nerazzurri a fine partita.

Il mea culpa di Conte

Conte lo sa bene, la Milano nerazzurra si aspettava di più, certamente da questo ultimo incontro. 

« C'è grande delusione, siamo riusciti a perdere una gara che dovevamo portare a casa in carrozza. Mi arrabbio con me stesso in quanto allenatore e responsabile di ciò che accade in campo».

Un mea culpa seguito da giustificazioni.

«Le situazioni si valutano solo affrontandole, sono al mio primo anno qui, ho preso in eredità un pacchetto preconfezionato. Vogliamo lavorare, ma è giusto metterci tutti in discussione. Io per primo, perché sono stato chiamato per riportare l’Inter alla vittoria. Non certo dall’oggi al domani, ma questa situazione porta amarezza».

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