Le tante facce di Zlatan Si autoincensa, fa un bagno di umiltà e piange per il figlio

bfi

23.3.2021

Zlatan Ibrahimovic durante la conferenza stampa della sua Nazionale a Stoccolma.
Zlatan Ibrahimovic durante la conferenza stampa della sua Nazionale a Stoccolma.
KEYSTONE

Nella conferenza stampa di Stoccolma, prima di tornare a vestire la maglia della nazionale svedese, Ibra ha parlato di molte cose lasciando spazio anche alle lacrime. 

Lo avevamo già annunciato settimana scorsa: Zlatan Ibrahimovic, dopo 5 anni di assenza, a 39 anni suonati, tornerà a vestire la maglia della nazionale svedese. 

La conferenza stampa

Il ritorno di Zlatan Ibrahimovic in nazionale è stato lanciato dalla conferenza stampa a Stoccolma alla quale ha presenziato il ct della nazionale svedese Janne Andersson e lo stesso attaccante del Milan.

«Ci siamo visti in una stanza, da soli, e abbiamo parlato di ciò che è meglio per la Svezia», ha detto Zlatan ai giornalisti.

Come sempre, tra il serio e l'auto-ironico, Ibra non si smentisce.

«Io mi sento il migliore al mondo, ma quel che ho fatto prima non conta nulla. Voglio mettere la mia esperienza a disposizione della squadra».

«Io non sono qui perché mi chiamo Zlatan Ibrahimovic ma perché ho meritato la convocazione, mi sento in forma e voglio contribuire al bene della nazionale», parole che non fanno una grinza alla luce dei numeri: lo svedese del Milan, in stagione, ha segnato 15 reti in 15 partite di campionato.

Ci si aspetta molto da lui, e Zlatan non si tira certo indietro: «Ho promesso al nostro ct di essere decisivo, ora devo dimostrarlo in campo».

La Svezia sarà impegnata per le qualificazioni ai Mondiali di Qatar 2022. Sette giorni durante i quali Ibra e compagni affronteranno nell'ordine Georgia, Kosovo e Estonia. Un girone non certo di ferro, ma che non può essere sottovalutato. 

La fascia di capitano «non mi appartiene»

Nel 2016, quando aveva lasciato la Nazionale per raggiunti limiti di età - così sembrava - Ibrahimovic vestiva la fascia da capitano. Svensson (148) e Ravelli (143) hanno giocato più partite di lui con la maglia delle tre corone, ma Ibra ha segnato più di tutti: 62 reti in 116 gare giocate. Logico pensare a lui come capitano.

«Per me la fascia da capitano appartiene ad Andreas Granqvist (35enne che gioca nell'Helsinborg n.d.r.) ma spetta poi al ct a decidere. Io ho chiesto a Aleksander Isak di poter vestire la maglia numero 11 e lui mi ha detto 'ok, a patto che me la ridai tra sei o sette anni (ride)». 

Quale futuro a Milano?

Non poteva certo mancare un domanda sul suo attuale club e sul suo possibile futuro oltre i quarant'anni: «Sono ottimista sul rinnovo, io voglio continuare al Milan e migliorare: il progetto rossonero è entusiasmante. Abbiamo creato una bella atmosfera all'interno della squadra e questo credo sia il motivo principale per cui stiamo facendo bene».

Le lacrime di un papà distante

Durante la conferenza stampa qualcuno ha fatto a Zlatan una domanda di natura privata, intima: grazie al suo rientro in Svezia per raggiungere la Nazionale ha avuto la possibilità di trascorrere un po' di tempo con il figlio Vincent (13 anni) che vive in Svezia con la madre e il fratello maggiore Maximilian (15 anni).

Il duro si è sciolto quando a detto che il figlio non voleva che papà se ne andasse di nuovo.

«Vincent ha pianto quando me ne sono andato, ma ora sta bene». Ibra allora non è riuscito a trattenere la commozione, chiedendo un momento per nascondere le lacrime.

Il dio del calcio si è mostrato nella sua fragilità di uomo. Tenero.