Inghilterra-Italia è la grande finale di EURO 2020. I due pesi massimi si scontrano non solo a livello sportivo ma anche musicale. Gettiamo un'occhiata ai due inni nazionali - non ufficiali - delle finaliste…
Nel 1990, «Un'estate italiana» fu il grande successo dell’estate dei Mondiali. 31 anni dopo il torneo giocato nel proprio paese, gli italiani hanno ricominciato a cantare con gioia e fervore la canzone di Gianna Nannini ed Edoardo Bennato.
«Penso che sia una canzone fatta per il calcio da ascoltare in eterno, un inno che al momento innesca una grande vibrazione in moltissime persone», ha detto a proposito della canzone divenuta un vero e proprio cult la cantante rock di Siena.
La Nannini serba dei bei ricordi di Londra, dove domenica sera l’Italia affronterà l’Inghilterra nella finalissima. L'ultima volta che è stata allo stadio di Wembley era in compagnia di Gianluca Vialli, l'attuale capo della delegazione azzurra. La 65enne ha raccontato che «anche Roberto Mancini (l’attuale allenatore dell’Italia ndr.) in quel periodo si trovava a Londra e passavamo le serate a cantare canzoni rock: Mancini alla chitarra, io e Vialli cantavamo».
Ora «Un’estate italiana» è cantata a squarciagola anche dalle nuove generazioni, sognando un titolo europeo che agli azzurri manca dal 1968.
L'Inghilterra dal canto suo sta celebrando i suoi eroi dell’Europeo su un’altra melodia. La Nazionale dei Tre Leoni si trova infatti per la prima volta in finale da quando vinse la Coppa del Mondo nel 1966, e il sottofondo musicale con cui vibrano i tifosi inglesi è «Three Lions (Football's Coming Home)», pubblicata per gli Europei giocati in Inghilterra nel 1996.
«Non dovrebbe essere solo una canzone per l'Inghilterra, ma per tutti gli appassionati di calcio», ha spiegato Ian Broudie, fondatore della band "The Lightning Seeds", che ha composto la canzone con i due comici televisivi David Baddiel e Frank Skinner. «I giocatori non dovrebbero essere al centro dell'attenzione, ma i fan e la loro sensazione di cosa significhi perdere costantemente», ha detto Broudei descrivendo l'idea della canzone sulle colonne del "Sport Bild".
In effetti, la canzone parla prevalentemente del fallimento dell'Inghilterra. La federcalcio inglese voleva addirittura bloccarla, cancellando la sua pubblicazione. Per fortuna non è successo ed ora "It's Coming Home" sull’Isola viene cantata ad ogni occasione. Anche domenica sarà sicuramente il caso sugli spalti di Wembley, con la speranza di festeggiare dopo 55 anni di nostalgia repressa un titolo per la “patria del calcio".