Derby Time!

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Il duello

1° derby alla Resega: chi vince?

Lugano

Igor Sertori

Redazione Sport

La formazione di Sami Kapanen è quinta in classifica con un paio di partite in meno del duo di testa. I bianconeri stanno iniziando a mettere in pratica la filosofia hockeystica del suo allenatore... e quando girano non ce n'è per nessuno.

Nelle ultime sei gare il Lugano ha vinto 4 volte. Contro le corazzate delle Lega (Zurigo, Zugo e Berna) Losanna a parte, gli uomini di Kapanen hanno mostrato il loro volto migliore, riportando altrettante vittorie.

Nessun favorito. I derby non conoscono un favorito. Ne è piena la storia dello sport di partite di hockey, calcio o basket in cui la meno blasonata, o meno quotata delle due ha fatto lo sgambetto a quella leggermente favorita, ma che nessuno vuole ammettere lo sia, magari anche solo per pura scaramanzia.

Stasera alla Resega, potrebbe succedere di tutto: che Fazzini non segni, che Klasen si dimentichi di servire l’assist perfetto, che Zurkirchen abbia esaurito il buonissimo momento di forma, che Lajunen chieda il permesso prima di fermare l’avversario, che Suri decida che l’impegno non fa più parte della sua filosofia di gioco, che Kapanen chieda ai suoi di rallentare lasciando il disco agli altri.

Potrebbe succedere, ma le uscite del Lugano di questi ultimi tempi lasciano presagire ben altro:

-Linus Klasen ha segnato sì solo una rete, ma ha saputo finora fornire ben 12 assist in 13 match giocati.

-oltre a Fazzini, che di reti ne ha segnate 8, Bürgler (3), Zangger (5) e Bertaggia (6) hanno potuto approfittare dei passaggi illuminanti del folletto svedese tornato imprevedibile.

-Zurkirchen per ora non ha fatto rimpiangere Elvis Merzlikins, andando in crescendo per sicurezza e spettacolarità. Solo il numero 1 del Biel Hiller (2.05) e Van Pottelberghe (2.15) del Davos hanno fatto registrare meno reti prese in media per partita di Zurkirchen (2.21). Il bianconero ha giocato quasi il doppio di minuti del suo collega grigionese.

Aldilà dei numeri ciò che più è risaltato agli occhi degli spettatori e dei tifosi del Lugano è lo spirito combattivo di squadra (chiesto da Kapanen), la maggiore aggressività nel terzo difensivo e le traiettorie più centrali nel gioco offensivo.

- Ultima annotazione: il pubblico della Resega sta apprezzando questo nuovo Lugano e c’è da essere certi che il suo apporto sarà tanto rumoroso quanto positivo per gli uomini della presidente Mantegazza.

bfi

Ambrì Piotta

Nicolò Forni

Redazione Sport

I biancoblù scenderanno sul ghiaccio della Cornèr Arena alla ricerca di una vittoria dopo quattro sconfitte consecutive. Se da una parte i ragazzi di Cereda hanno faticato a trovare la via del gol, dall'altra il gioco non è mai mancato. A Lugano servirà più concretezza.

L'Ambrì Piotta non ha più assaporato il gusto della vittoria dal 18 ottobre scorso, quando si era imposto dopo i rigori a Langnau. In seguito i leventinesi sono stati messi in riga da Bienne, in coppa, Berna, Servette e Davos nonostante le buone prestazioni fornite.

Contro il Lugano Bianchi e compagni non hanno nulla da perdere, o meglio si presentano, come underdog: gli sfavoriti, e non solamente perché si giocherà in riva al Ceresio. Come ripete spesso anche il direttore d'orchestra Luca Cereda, basta gettare un'occhiata al line-up per rendersi conto del divario che divide le due compagini (scaramanzia a parte 😉 ). Ma proprio quando vestono i panni degli outsider i biancoblù riescono a dare il meglio, quale partita migliore che il derby per trovare le emozioni giuste e tornare a fare punti?

L'infermeria continua ad essere ben frequentata, per non dire affollata, in Leventina. Tuttavia una pedina fondamentale, una con mani buone e fiuto del gol come Dominic Zwerger è già rientrato in squadra, addirittura prima del previsto. Il folletto austriaco domenica contro il Davos è tornato a giostrare con i compagni e si è reso pericoloso scagliando 5 tiri verso la porta avversaria. Questa sera al derby sarà presente: ovvero una bocca di fuoco in più per la truppa di Cereda.

Nelle sconfitte registrate nelle ultime partite giocate il gioco della squadra leventinese è stato brillante, a lunghi tratti in ogni partita persa era la miglior compagine sul ghiaccio. La sfortuna, leggasi anche con l'infortunio capitato contro il Bienne ad un Sabolic che stava finalmente trovando il proprio posto nello scacchiere biancoblù, e la poca concretezza, sinonimo di polveri bagnate davanti, hanno però frenato la marcia di Michael Fora e soci. Per tornare a muovere la classifica ai ragazzi di Luca Cereda basterà mettere in campo la stessa combattività, condita da velocità e spirito di sacrificio e un pizzico di cattiveria in più sotto porta... e perché no con qualche magia in più dei suoi limitati, ma sempre molto temibili, alfieri.

- Ultima annotazione: l'anno scorso i biancoblù sono riusciti a conquistare la Cornèr Arena dopo lunghi anni di magra in riva al Ceresio. Merito di Kubalik? No, lo scorso anno lo sniper ceco non era mai riuscito a bucare la porta difesa, allora, da Merzlikins. Ora i biancoblù lo sanno, vincere nella tana della pantera è possibile.

fon