Anche se il tennista basilese rimane lontano dai riflettori dopo l'ennesima operazione, il suo nome non viene certo pronunciato meno spesso dai tifosi, che attendono il suo rientro, ma nemmeno dai tennisti stessi. L'ultimo esempio è di Matteo Berrettini.
Impegnato nel torneo Master 500 di Vienna, Matteo Berrettini in conferenza stampa ha riservato parole al miele ad uno dei grandi assenti di questo finale di stagione. L'italiano non ha voluto descrivere Roger Federer dal punto di vista strettamente tennistico, bensì da una prospettiva più ampia, come «ambasciatore del tennis».
«Non c'è miglior rappresentante del tennis di Roger - ha raccontato Berrettini - lo ammiro molto per l'esempio che dà come giocatore e anche per il tempo che spende fuori dal campo per promuovere il nostro sport lontano dalle telecamere. È una persona che ha capito di poter fare la differenza, di avere un impatto molto grande».
«Che si tratti di beneficenza o del suo lavoro nel consiglio dei giocatori dell'ATP, utilizza lo sport e la sua popolarità per avere un impatto positivo su quante più persone possibili. Io sono cresciuto guardando Roger giocare e facendo il tifo per lui», ha proseguito il 25enne romano.
«L'ho tifato il più possibile, seguendolo in televisione ogni volta che ne avevo l'occasione. Poi però è arrivato il giorno in cui mi sono reso conto che giocavamo nello stesso torneo ed eravamo nella stessa parte del tabellone. Di conseguenza da quel momento in poi non ho più potuto tifare per lui (ride). Ho raccontato questa storia anche a Roger, andiamo molto d'accordo», ha poi concluso il numero 7 del ranking ATP, che in carriera contro il suo idolo ha giocato due volte, venendo sconfitto in entrambe le occasioni. Lo scorso mese di giugno si sarebbero dovuti affrontare ai quarti di finale del Roland Garros, ma il renano aveva gettato la spugna.
Al torneo di Vienna, dopo aver sconfitto Alexei Popyrin e Nikoloz Basilašvili, per raggiungere le semifinali Matteo Berrettini dovrà vedersela venerdì pomeriggio con il 18enne di belle speranze Carlos Alcaraz.