Amélie Mauresmo, ex coach di Andy Murray, parla di quanto è stata dura convincere giocatori, colleghi e pubblico che anche una donna può allenare i colleghi maschi.
In un'intervista concessa a Eurosport.com la ex tennista Amélie Mauresmo ha raccontato le sue esperienze di allenatrice di Andy Murray.
Ricordiamo che la Mauresmo vinse gli Australian Open e Wimbledon nel corso della sua carriera di giocatrice, mentre dal 2014 al 2016 ha allenato l'ex numero uno del mondo tra Andy Murray, dopo aver lavorato con campioni del calibro di Victoria Azarenka.
Sotto la sua tutela Murray raggiunse la finale degli Australian Open e fece passi significativi sulla terra battuta, registrando una vittoria su Rafael Nadal prima di vincere il titolo ai Masters di Madrid Masters.
La 41enne francese dice di essersi sentita responsabile per tutte quelle donne che vogliono allenare i giocatori ATP, sapendo che il suo operato sarebbe stato analizzato con molta attenzione.
«Quando Murray mi chiamò pensai si trattasse di uno scherzo»
«Quando Andy Murray mi chiamò per la prima volta, pensai si trattasse di uno scherzo. Dopo essere stato allenato da Ivan Lendl, che era senza dubbio molto meglio di me, non vedevo cosa avrei potuto insegnargli».
Una donna come allenatrice di un tennista di punta non si era mia visto prima.
«Avevo l'impressione di avere molte responsabilità e di non avere il diritto di sbagliare - ha raccontato la Mauresmo - se io sbagliavo, tutte le donne avrebbero sbagliato con me».
Accoglienza molto dura
«L'accoglienza da parte dei giocatori, degli altri allenatori e degli altri membri dello staff di Andy è stata molto dura, ma con lui tutto è andato molto bene».
L'ATP, come il calcio e l'hockey su ghiaccio dei maschi è un ambiente per certi versi molto tradizionalista, dove il maschio è padrone, storia e simbolo della categoria che rappresenta
«All'inizio non mi rispettavano, forse perché sono una donna e non avevo mai allenato prima. Ho imparato sul campo ad essere un allenatore», ha aggiunto l'allenatrice francese.
«Ho lavorato molto per aggiornarmi ed essere allo stesso livello dei miei colleghi maschi».
Una carriera lanciata
Dopo l'esperienza con Murray la Mauresmo fu chiamata dalla Francia per dirigere la squadra transalpina di Coppa Davis. Posizione che non ricoprì mai in quanto la francese accettò poco dopo la chiamata del connazionale Lucas Pouille che allenò fino al termine della scorsa stagione.
Parità di genere: cinque set anche per le donne
Grande sostenitrice di un trattamento equo tra machi e femmine del tennis, la Mauresmo ha continuato a chiedere che i Grand Slam femminili siano caratterizzati da partite di cinque set: decisione rafforzerebbe la parità di genere e, a suo parere, e che renderebbe migliore lo spettacolo.
«Mi sarebbe piaciuto giocare una finale del Grande Slam in cinque set. Sono assolutamente a favore delle donne che giocano al meglio dei cinque set, in una finale del Grande Slam per cominciare. Porterebbe il tennis femminile ad un altro livello fisico e sportivo».