Il nuovo campione mondiale dei pesi massimi è Oleksandr Usyk, un ragazzone ucraino di 34 anni cresciuto in Crimea in una famiglia povera.
Oleksandr Usyk ha sconfitto Anthony Joshua appropriandosi del titolo di campione del mondo dei pesi massimi.
L'ucraino ha vinto a Londra, a casa del colosso britannico, grazie ad una decisione unanime ai punti: 117-112, 116-112 e 115-113.
E pensare che il 34enne ucraino ha fatto il suo debutto nella tra i pesi massimi solo nel 2019, dopo aver schiacciato tutti nella categoria dei medio-massimi.
Tardi al professionismo
Nel 2013, a già 26 anni, dopo 35 combattimenti amatoriali, l'ucraino è diventato un pugile professionista. La notorietà era arrivata un anno prima, quando nel 2012 vinse la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Londra. Medaglia d'oro conquistata anche un anno più tardi ai campionati del mondo.
Tuttavia, non è sempre stato tutto così facile per l'uomo soprannominato 'The Cat'.
Crescere in Crimea
Oleksandr Usyk è nato nella martoriata regione della Crimea, oggi Ucraina, nel 1987, e quasi da subito lo sport è diventato fuga momentanea dalla miseria, dalla vita dura di tutti i giorni.
«Da bambino ho fatto un po' di lotta, combattimento corpo a corpo, karate...», ha rivelato in un intervista al 'Mirror'.
«Facevamo flessioni, squat, a volte imparavamo delle tecniche semplici».
«Non sono mai stato un panchinaro»
Tuttavia, come in molte altre regioni del globo, sembrava che il calcio potesse offrire più possibilità per uscire dalla povertà di Simferopol, la sua città natale.
Fino all'età di 15 anni, Usyk giocò nell'accademia del club della città, l'allora SC Tavriya Simferopol, squadra della Premier League ucraina.
«Ho giocato per il Tavria di Simferopol, e ero abbastanza bravo. Non sono mai stato un panchinaro, sono sempre stato un titolare. Ma il calcio richiedeva delle spese molto serie. E due o trecento grivne erano una cifra considerevole per i miei genitori».
Giocare a calcio in un'accademia costava troppi, fu allora che il giovane Oleksandr si diede alla boxe.
«La boxe era più semplice, c'era gente più socievole »
«La boxe era più semplice, c'era gente più socievole. All'inizio l'allenatore mi dava i guanti, che sua moglie cuciva nella forma giusta. L'unica cosa per cui mia madre spendeva soldi era per un biglietto del bus», ha raccontato l'oggi campione mondiale dei pesi massimi.
Usyk è cresciuto sapendo cosa significa lavorare duramente, quando bisogna sudare per ottenere ciò che si vuole. Provenendo da un ambiente povero e dovendo aiutare la sua famiglia, il giovane Oleksandr ha accettato i lavori più disparati per rimanere a galla, come lavorare in fattoria e vendere frutta e gelati.
«Ho venduto gelati, albicocche, pesche, ho lavorato in una fattoria, ho pascolato il bestiame - ha detto - non mi vergogno di questo, perché tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per sopravvivere. Volevo aiutare la mia famiglia e questo è normale».
Oggi, il 34enne può senz'altro aiutare la sua famiglia, grazie ai milionari ingaggi percepiti sui ring di tutto il mondo. Usyk ha conquistato i titoli WBA, WBC, IBF e WBO anche nella categoria dei pesi medio-massimi, unico pugile nella storia a riuscirci.
Dopo ore di duro allenamento Usyk ama ballare l'hopak (una danza tradizionale ucraina), il che spiega perché è così agile sulle gambe. «La danza è il modo in cui esprimo l'amore».