Politica monetariaLa BNS abbasserà ancora i tassi? Ecco l'opinione degli analisti
hm, ats
26.9.2024 - 19:00
La Banca nazionale svizzera (BNS) tornerà presto ad abbassare il suo tasso guida, oggi ridotto di 0,25 punti all'1,00%: è l'opinione quasi unanime degli esperti che hanno reagito alle odierne mosse dell'istituto.
hm, ats
26.09.2024, 19:00
26.09.2024, 19:09
SDA
Gli analisti hanno anche notato la nuova comunicazione più decisa, da parte della BNS, in materia di passi futuri. E fra le righe traspare un'opinione assodata: non sarà facile evitare un ulteriore rafforzamento del franco. Ecco un estratto delle considerazioni degli analisti:
Thomas Gitzel di VP Bank
«L'addio di Thomas Jordan è accompagnato da un piccolo botto. La BNS è insolitamente chiara, per i suoi standard, sul futuro percorso dei tassi d'interesse: un tasso d'inflazione troppo basso è altrettanto indesiderabile di uno troppo alto. Si può ipotizzare che un altro taglio di 25 punti base sia in programma a dicembre e poi di nuovo in marzo: la chiara formulazione del comunicato stampa lascia pochi dubbi al riguardo».
Fredy Hasenmaile di Raiffeisen
«Con le sue previsioni la BNS sembra già preparare i mercati a ulteriori possibili tagli. Con questa prospettiva, il franco non si è apprezzato dopo la decisione, sebbene alcuni si aspettassero una sforbiciata più decisa. Ciò significa anche che la BNS non ha permesso ai mercati di spingerla a effettuare un taglio più consistente».
Reto Cueni di Vontobel
«La piccola riduzione dei tassi di interesse ha senso al momento per mantenere un po' di margine di manovra in più nel caso in cui l'inflazione si riveli ancora più debole di quanto previsto dalla BNS. In dicembre la banca dovrebbe scendere al di sotto del tasso di riferimento a lungo termine dell'1%, il che determinerebbe un ragionevole equilibrio tra inflazione, crescita e tassi di interesse in Svizzera. Ciò riporterebbe il tasso in una fascia di valori in grado di stimolare l'economia».
Philipp Merkt di PostFinance
«La BNS sfrutta il margine di manovra creato dalla bassa inflazione e reagisce alla persistente debolezza dell'economia nazionale con la riduzione dei tassi di interesse. L'obiettivo principale è probabilmente quello di rivitalizzare l'attività di investimento in Svizzera».
Valentino Guggia di Banca Migros
«Con un tasso d'interesse di riferimento dell'1%, la politica monetaria si trova già nella parte bassa della fascia neutrale. Escludiamo ulteriori rapide riduzioni dei tassi per due motivi: in primo luogo, il margine di manovra della BNS si riduce a ogni taglio dei tassi: se dovesse ridurli a causa di un rallentamento dell'economia, si ritroverebbe rapidamente vicino allo zero o addirittura in territorio negativo; secondariamente, la BNS non può reagire a ogni riduzione dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea (Bce) e della Federal Reserve allentando la propria politica monetaria, poiché il loro potenziale di riduzione dei tassi è significativamente più elevato. Nel prossimo futuro, la BNS sarà quindi costretta a controllare la valuta intervenendo sul mercato dei cambi. Ciò a fronte di un graduale aumento dell'attrattiva del franco svizzero a causa del calo dei tassi di interesse esteri e dell'elevata incertezza globale».
Adrien Pichoud di Banca Syz
«La riduzione odierna dei tassi non può essere considerata un vero e proprio allentamento monetario, come sarebbe avvenuto se la BNS avesse tagliato di 50 punti base. La tenuta della crescita economica in Svizzera fino ad oggi e la continua pressione al rialzo dei prezzi nel settore dei servizi potrebbero aver impedito alla BNS di optare per un chiaro segnale di allentamento in questo momento».
Daniel Hartmann di Bantleon
«Le recenti voci secondo cui la BNS avrebbe potuto effettuare una manovra di 50 punti base non si sono concretizzate. La BNS ha però annunciato un ulteriore allentamento monetario in modo più chiaro che mai. La pressione sull'autorità monetaria affinché riduca i tassi di interesse proviene da tre lati: le altre banche centrali (Bce, Fed), il franco forte e il recente calo dei tassi di inflazione».
Alessandro Bee di UBS
«Ciò è caratteristico nella valutazione della politica monetaria odierna è la forte riduzione delle aspettative di inflazione».
Karsten Junius di Safra Sarasin
«La BNS ha fornito una prospettiva più da colomba di quanto noi e i mercati ci aspettassimo, segnalando chiaramente la necessità di ulteriori tagli dei tassi di interesse. Si tratta dell'indicazione più forte sulle future decisioni di politica monetaria che la BNS abbia dato negli ultimi anni e di una rottura con i precedenti modelli di comunicazione. Continuiamo a prevedere che l'istituto taglierà il tasso guida di altri 25 punti base a dicembre e a marzo. Per il resto, Jordan lascia una banca centrale molto ben gestita, che ha preso decisioni di politica monetaria prima e in modo più efficiente di altri istituti centrali. Le sfide che lascia al suo successore consistono nell'adattare il comportamento comunicativo al mutato contesto mediatico. La BNS potrebbe aprirsi un po' in questo senso».
Gero Jung di Mirabaud
«La decisione della BNS di abbassare i tassi di interesse di riferimento di 0,25 punti dovrebbe sorprendere pochi, anche se la banca centrale ha chiaramente segnalato la probabilità di ulteriori tagli. Ciò si riflette anche nelle previsioni di inflazione significativamente più basse, non solo per quest'anno ma anche per i prossimi due anni: l'attuale previsione di inflazione per il 2025 è stata quasi dimezzata, il che suggerisce pressioni sui prezzi significativamente più basse in futuro».
Patrick Häferli di SGKB
«Prevediamo che le pressioni al rialzo sul franco continueranno, per cui stimiamo un'ulteriore riduzione del tasso guida allo 0,75% in dicembre. Questo non avrà però più alcun impatto sui tassi d'interesse a lungo termine, in quanto il taglio è già stato prezzato dal mercato dei capitali. La necessità di ulteriori riduzioni dei tassi d'interesse l'anno prossimo dipende in particolare dall'ulteriore andamento dell'inflazione e del tasso di cambio: al momento non riteniamo che saranno necessarie».
Katja Müller di LBBW
«Le previsioni condizionate di inflazione sono state ancora una volta riviste significativamente al ribasso e sono quasi inquietantemente contenute. Secondo il suo mandato, la BNS dovrebbe garantire la stabilità dei prezzi tenendo conto anche degli sviluppi economici. Il franco forte pesa anche sull'economia svizzera d'esportazione. Se il franco dovesse diventare troppo forte rimane lo strumento collaudato dell'intervento sul mercato dei cambi».
Aaron Hurd di State Street
«Riteniamo che le dichiarazioni rilasciate indichino una maggiore probabilità di intervento sul tasso di cambio nei prossimi trimestri per limitare l'ulteriore apprezzamento del franco. Avremmo comunque preferito una dichiarazione più chiara sulla valuta, magari affermando che il franco è sopravvalutato. Questo avrebbe potuto indebolire un po' il franco, ridurre la pressione sugli esportatori e compensare parte della disinflazione importata, in modo da fornire maggiore flessibilità per una valutazione appropriata del nuovo livello di equilibrio dei tassi di politica reale».
Arthur Jurus di Oddo BHF
«L'apprezzamento del franco continuerà nel breve e medio termine: la BNS sarà quindi costretta ad aumentare gli acquisti di valuta estera per mitigare l'impatto. Il taglio di 25 punti base, come in marzo e in giugno, è giustificato. Favorirà l'ulteriore calo dei tassi ipotecari, che ora sono al di sotto del 2% per i mutui con durata di 10 anni».
Adrian Prettejohn di Capital Economics
«La decisione della BNS di tagliare oggi il tasso di riferimento di 25 punti base all'1,0% dimostra che preferisce un approccio graduale all'allentamento della politica, ma la dichiarazione di accompagnamento indica chiaramente che sono in arrivo ulteriori tagli. Guardando al futuro, potrebbe non passare molto tempo prima che la BNS inizi a utilizzare gli interventi sul mercato dei cambi come strumento politico chiave».
Charlotte de Montpellier di ING
«Non solo la BNS ha chiarito che potrebbero essere necessari ulteriori tagli dei tassi, ma ha anche rivisto al ribasso le sue previsioni di inflazione, in modo molto più netto del previsto. Con un'inflazione che ora dovrebbe attestarsi in media allo 0,6% nel 2025 e allo 0,7% nel 2027, la BNS sembra voler inviare un segnale molto chiaro ai mercati: sono in arrivo ulteriori tagli dei tassi, al fine di indebolire il franco svizzero. Penso che un altro taglio dei tassi di 25 punti base sia previsto per dicembre, e forse un altro nel 2025, ma non credo che dovremmo aspettarci molti altri tagli in Svizzera nei prossimi mesi».