Analisi periodica Casse pensioni, la riduzione delle prestazioni dovrebbe essere finita

hm, ats

29.5.2024 - 14:00

In arrivo forse qualche soldo in più per chi va in pensione.
In arrivo forse qualche soldo in più per chi va in pensione.
Keystone

La fase di riduzione delle prestazioni delle casse pensioni, durata diversi anni, dovrebbe essersi interrotta.

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Dopo un 2023 positivo sul mercato azionario la situazione finanziaria degli istituti di previdenza è solida e, per la prima volta, si prevede un miglioramento sul fronte delle elargizioni agli affiliati.

È la conclusione a cui giunge l'ultima edizione (la 24esima) di un'analisi periodica condotta sotto il marchio Swisscanto da Zürcher Kantonalbank (ZKB), la banca cantonale di Zurigo.

Nel 2023 il rendimento netto delle casse si è attestato al 5,1%, cosa che ha permetto di aumentare in modo significativo le loro riserve. Il grado di copertura – cioè il rapporto tra il patrimonio esistente e quello necessario per il finanziamento delle prestazioni – che nel 2022, per le casse private, era sceso al 110,1%, alla fine dell'anno scorso era del 113,5%. Quasi la metà delle casse ha ricostituito almeno il 75% delle riserve di fluttuazione e appare quindi pronta per migliorare le prestazioni.

Anche la tendenza dei tassi di conversione viene ritenuta positiva: dopo essere scesa negli ultimi 15 anni, la curva si sta ora stabilizzando. Il tasso di conversione medio è attualmente del 5,31% e le casse prevedono che scenderà al 5,23% entro il 2029.

Nonostante i segnali positivi, i fondi pensione sono comunque restii ad aumentare le garanzie sulle prestazioni. Solo 3 dei 483 fondi pensione interpellati hanno ritoccato al rialzo il tasso di conversione. «Il 14% vuole migliorare le prestazioni per i pensionati quest'anno, ma si vede una riluttanza ad assumere impegni a lungo termine: solo il 39% di questi fondi sta concedendo aumenti delle pensioni, il restante 61% si affida a pagamenti una tantum», afferma Heini Dändliker, dirigente di ZKB, citato in un comunicato.