ChimicaClariant: vendite ed utili in forte aumento nel 2021
es
19.5.2022 - 09:08
Il gruppo basilese di specialità chimiche Clariant ha realizzato nell'esercizio 2021 un giro d'affari di 4,37 miliardi di franchi, il 13% in più dell'anno precedente (+15% in valute locali) e un livello chiaramente superiore al 2019.
es
19.05.2022, 09:08
19.05.2022, 09:13
SDA
L'utile operativo EBITDA delle attività proseguite è salito del 19% a 708 milioni e il relativo margine di 70 punti base al 16,2%, indica un comunicato diramato oggi.
L'utile netto è invece sceso fortemente, da 825 a 373 milioni, tuttavia bisogna considerare che nel 2020 il gruppo aveva incassato oltre 700 milioni con la vendita della divisione Masterbatches. Su basi comparabili, tenendo conto solo delle attività proseguite, il risultato netto è per contro più che raddoppiato a 292 milioni di franchi, viene sottolineato nella nota. Il dividendo verrà ora portato da 70 a 40 centesimi.
Clariant aveva dovuto rinviare la pubblicazione dei risultati annuali prevista per metà febbraio dopo che whistleblower avevano segnalato possibili manipolazioni dei conti. L'azienda ha quindi condotto un'indagine interna, da poco conclusasi, sulle cifre del 2020 e 2021. I conti di due anni fa sono stati rivisti e l'utile operativo è risultato lievemente superiore rispetto a quanto comunicato inizialmente.
Per l'intero 2022 il gruppo renano si aspetta una forte crescita a tassi di cambio costanti e un ulteriore miglioramento del margine EBITDA, «nonostante il contesto geopolitico difficile». Gli obiettivi a medio termine, fino al 2025, vengono confermati. Clariant punta a una crescita annuale compresa tra il 4 e il 6% e un margine operativo tra il 19 e il 21%.
Appena due giorni fa l'azienda aveva reso noto che il cosiddetto «Management Agreement» con il grande azionista Sabic scadrà dopo l'assemblea generale del 24 giugno. In seguito la società petrolchimica saudita sarà un normale azionista e potrà fare quel che vuole. Ciò aveva subito dato adito a speculazioni, visto che la quota attualmente detenuta da Sabic – poco meno di un terzo – è vicina alla soglia per cui va sottoposta un'offerta pubblica d'acquisto.