Commercio online Commercio online, svizzeri ancora svantaggiati sui siti esteri 

hm, ats

9.2.2022 - 19:00

Il consumatore svizzero è chiamato a pagare di più di altri.
Il consumatore svizzero è chiamato a pagare di più di altri.
Keystone

I commercianti online all'estero continuano a svantaggiare i clienti svizzeri, sebbene dall'inizio dell'anno non sarebbero più autorizzati a discriminarli.

hm, ats

Lo sostiene K-Tipp sulla base di un'indagine che mostra come i prezzi non siano cambiati e come spesso le aziende evitino semplicemente di mandare i prodotti verso la Confederazione.

Dall'inizio del 2022 è vietato praticare il cosiddetto geo-blocking: i negozi internet stranieri non possono più reindirizzare i clienti ai loro siti elvetici, dove i prezzi sono di solito più elevati. L'indagine del periodico consumeristico nel numero oggi in edicola mostra che effettivamente le imprese non spingono più l'utente verso la pagina web elvetica: ma a volte richiedono un indirizzo di consegna al di fuori della Svizzera.

A metà dicembre e metà gennaio K-Tipp ha confrontato i prezzi di circa 260 prodotti in 30 negozi internet svizzeri e altrettanti tedeschi di società quali H&M, Pearl, Bauhaus, Bikester, Drogeriemarkt Müller. Nel lasso di tempo in questione i costo degli articoli non è cambiato quasi per niente: sia in dicembre che in gennaio i prodotti sui siti svizzeri erano in media di un terzo più cari. Questo senza l'IVA, che è al 19,9% in Germania e del 7,7% in Svizzera: togliendo questa imposta diventa infatti chiaro quanto sia il «supplemento elvetico» richiesto dagli operatori, che può giungere a titolo d'esempio sino al 163% per delle magliette.

I negozi internet Bonprix, Pearl e Quelle giustificano i prezzi più elevati con costi più alti per il trasporto, l'amministrazione, l'affitto, il personale e lo sdoganamento. XXXLutz afferma che le piattaforme si gestiscono indipendentemente l'una dall'altra. Anche Bauhaus parla di due compagnie nazionali indipendenti che, tra l'altro, hanno diverse condizioni di acquisto. Bikester, Drogeriemarkt Müller, Obi e Zooplus non hanno risposto alle domande di K-Tipp.

Le nuove regole obbligano anche i commercianti stranieri ad accettare le carte di credito svizzere sui loro siti web. Tuttavia essi non sono tenuti a consegnare in Svizzera: possono quindi rendere impossibile ai clienti il rimborso dell'IVA tedesca.

K-Tipp fa però anche esempi a suo dire virtuosi. Bike24.de spedisce la merce in Svizzera a tariffe basse o gratuitamente e si occupa dello sdoganamento. Deduce l'IVA tedesca dal prezzo finale e addebita la minore imposta svizzera. Allo stesso modo agisce anche Amazon.