Banca in difficoltà Countdown negli USA per il salvataggio di First Republic

SDA

30.4.2023 - 21:33

Immagine d'illustrazione
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AP

È iniziato il countdown negli Stati Uniti per salvare First Republic ed evitare il terzo crack bancario in due mesi, dopo quelli di Silicon Valley Bank e Signature Bank, che hanno provocato un terremoto finanziario con conseguenze anche in Europa.

La Federal Deposit Insurance Corporation (Fdic) ha chiesto nei giorni scorsi ad una mezza dozzina di grandi istituti americani di fare un'offerta non vincolante entro venerdì e di perfezionarla entro domenica a mezzogiorno locale.

Un annuncio è atteso prima dell'apertura dei mercati asiatici, alla vigilia di una settimana cruciale per il sistema finanziario americano, e non solo. Martedì infatti si riunisce l'esecutivo della Fed e mercoledì Jerome Powell comunicherà la decisione sui tassi di interesse: l'ipotesi più accreditata è quella di un ulteriore rialzo dello 0,25%.

In corsa per rilevare gli asset di First Republic ci sono JPMorgan Chase, Pnc, Bank of America, già facenti parte di un consorzio di 11 grandi banche americane che lo scorso mese avevano depositato temporaneamente 30 miliardi per salvarla ed evitare il contagio. In lizza anche Citizens Financial Group e Us Bancorp.

Eccezione alle regole nel caso di JPMorgan Chase e Bank of America

Nel caso di JPMorgan Chase e Bank of America sarebbe necessaria una eccezione alle regole, in quanto entrambi i colossi hanno un numero di depositi nazionali superiori al 10%. Nel caso non fosse raggiunto un accordo, la Federal Deposit Insurance Corporation dovrebbe decidere se confiscare ugualmente First Republic e farsene carico, invocando il rischio sistemico per proteggere tutti i depositi, anche quelli superiori ai 250 mila dollari. Ma dopo essere intervenuta per le altre due banche, ora la Fdic preferirebbe una soluzione di mercato.

First Republic, banca regionale di San Francisco, ha visto evaporare il 75% del valore a Wall Street da lunedì scorso, dopo aver confermato la fuga di 100 miliardi di dollari di depositi nel primo trimestre dell'anno. L'8 marzo, il giorno in cui Silicon Valley rivelò le perdite che innescarono la corsa ai depositi e il successivo crollo, le sue azioni valevano 115 dollari. Venerdì sera, dopo la chiusura di Wall Street, era sceso a 3,51 dollari. Ora in Borsa vale solo 650 milioni di dollari.

Con asset stimati in 233 miliardi di dollari alla fine del primo trimestre, First Republic sarebbe la seconda banca più grande a fallire nello storia americana. Uno scenario che l'amministrazione Biden e le autorità regolatorie americane vogliono evitare con un salvataggio del mercato.