ApicolturaCrolla la produzione di miele, pesa meteo sfavorevole
hm, ats
25.10.2021 - 11:01
La produzione di miele ha gravemente sofferto per la meteo sfavorevole quest'anno: lo segnala l'associazione federativa Apisuisse, che prevede per questa ragione meno prodotti elvetici sugli scaffali dei supermercati e un lieve aumento dei prezzi.
Keystone-SDA, hm, ats
25.10.2021, 11:01
25.10.2021, 11:43
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«Pochissimi apicoltori in Svizzera ricordano un raccolto pessimo come quest'anno», si legge in un comunicato odierno. Dopo le quantità record di miele dell'anno scorso, con 40 kg in media per colonia di api in alcuni cantoni, il 2021 segna un crollo: il pessimo clima primaverile (temperature di maggio inferiori di 2-3 gradi rispetto alla norma e maggio più piovoso da quando sono iniziate le misurazioni) si è protratto nei mesi di luglio e agosto, con abbondanti piogge, grandinate e inondazioni, specialmente al nord delle Alpi.
Di conseguenza le api non hanno potuto volare per raccogliere il nettare e impollinare i fiori di prato e quelli degli alberi da frutto. «Le colonie di api sarebbero morte di fame se gli apicoltori non le avessero nutrite in tempo», sottolinea l'organizzazione con sede ad Appenzello.
Il raccolto di miele è stato di conseguenza scarso: 7,2 kg per colonia, contro i 29,9 kg del 2020. Il Ticino è stato però parzialmente risparmiato dagli eventi meteorologici negativi che hanno imperversato nel resto della Confederazione, in particolare in corrispondenza delle fioriture collinari di tiglio e castagno: il cantone italofono fa stato di una media per colonia di 25,9 kg, comunque in calo rispetto all'anno scorso.
Vista la situazione a livello elvetico il miele di produzione indigena è destinato a diventare merce più rara nei negozi. Gli apicoltori, soprattutto al nord delle Alpi, possono ancora vendere miele grazie alle loro scorte derivate dall'abbondante raccolto dell'anno precedente, ma la maggior parte di loro subirà una perdita finanziaria nel 2021. Questo è particolarmente vero per gli apicoltori professionisti, che – a differenza dei coltivatori di frutta e verdura, anch'essi colpiti duramente dalle avversità meteorologiche – non ricevono alcun sussidio dallo stato. Inoltre è prevedibile un leggero aumento di prezzo del miele a causa dello scarso raccolto e della sempre solida richiesta sul mercato.