Dichiarazioni shock L'esperto che aveva previsto il crack di Lehman: «Credit Suisse sarà la prossima»

ATS / sam

15.3.2023 - 14:01

Credit Suisse ha una presenza importante anche negli Stati Uniti.
Credit Suisse ha una presenza importante anche negli Stati Uniti.
Keystone

L'investitore che aveva previsto il tracollo di Lehman Brothers identifica in Credit Suisse (CS) la prossima banca a cadere.

Keystone-SDA, ATS / sam

In un'intervista a «Fox», Robert Kiyosaki, il co-fondatore di Rich Dad Company, afferma: «Il problema è il mercato delle obbligazioni e la mia previsione è che la prossima banca ad andare sarà Credit Suisse». Secondo Kiyosaki, il «maggiore problema dell'economia americana» è il mercato delle obbligazioni, che le causerà «problemi seri».

Alla borsa di Zurigo il titolo CS è oggi in caduta libera: nel pomeriggio è arrivato a perdere oltre il 29% rispetto alla chiusura di ieri, segnando un minimo di 1,57 franchi.

Pochissimi minuti prima delle 11:00 il valore era sceso per la prima volta nella storia sotto i 2 franchi e da allora il calo si è ampliato ulteriormente.

Su tutte le piazze europee i valori bancari sono peraltro oggi sotto pressione: a titolo di paragone UBS perde l'8%.

Esclusi ulteriori aiuti finanziari

Le ultime difficoltà di Credit Suisse sono legate alle indicazioni espresse oggi dal suo principale azionista, Saudi National Bank (SNB): il presidente dell'istituto saudita Ammar Al Khudairy ha escluso ulteriori aiuti finanziari all'istituto elvetico.

«La risposta è un no assoluto», ha affermato il dirigente ai microfoni di Bloomberg. «Per molte ragioni: le più semplici delle quali sono di carattere normativo e statutario», ha aggiunto.

Come si ricorderà SNB è diventato nuovo azionista di maggioranza in autunno in occasione dell'aumento di capitale di CS e attualmente detiene il 9,9% delle azioni della società.

«Abbiamo solidi coefficienti patrimoniali»

In precedenza, sempre in dichiarazioni rilasciate oggi a Bloomberg, il presidente del Consiglio di amministrazione Axel Lehmann aveva detto che non sarebbe corretto paragonare gli attuali problemi di Credit Suisse con il recente collasso dell'americana Silicon Valley Bank (SVB), soprattutto perché le banche sono regolamentate in modo diverso.

«Abbiamo solidi coefficienti patrimoniali, un bilancio solido: quindi il sostegno dello stato non è un tema che riguarda la nostra banca», ha aggiunto il 64enne.

Ieri il presidente della direzione Ulrich Körner si era detto fiducioso sui progressi della profonda ristrutturazione della banca. Ma nel rapporto d'esercizio pubblicato nello stesso giorno la banca aveva anche ammesso che i deflussi di clienti stavano continuando.

Come noto la società è impegnata in una profonda revisione della sua attività, dopo le disavventure occorse negli ultimi anni. Nel 2022 l'istituto ha subito una maxi-perdita di 7,3 miliardi di franchi, che segue il rosso di 1,6 miliardi dell'anno prima.