Epidemia e turismoGrigioni, afflusso impianti risalita -9% in febbraio
hm, ats
3.3.2021 - 12:01
Come era nelle previsioni il coronavirus ha portato meno movimento in febbraio sulle piste da sci dei Grigioni.
hm, ats
03.03.2021, 12:01
SDA
I primi ingressi negli impianti sono diminuiti del 9% rispetto allo stesso mese del 2020, ha indicato l'associazione degli impianti di risalita Bergbahnen Graubünden (BBGR). I ricavi sono pure scesi, ma si sono rivelati più elevati della media pluriennale.
«Date le circostanze, consideriamo il risultato accettabile», affermano i vertici dell'associazione in un comunicato odierno. «Tuttavia c'è mancanza di comprensione e frustrazione per quanto riguarda l'imposizione della chiusura delle terrazze nelle aree sciistiche».
Il calo del 9% è da mettere peraltro in relazione con un'annata molto buona: se considerato rispetto alla media degli ultimi cinque o dieci anni la flessione si riduce al 3%. Si osservano anche marcate differenze regionali: nei Grigioni centrali e in Surselva la contrazione nei confronti dell'anno scorso è stata del 3-4%, mentre in Engadina si è attestata al 16%.
Il fatturato del febbraio 2021 è stato del 6% in meno di quello dello stesso mese del 2020, ma del 2% superiore alla media degli ultimi cinque anni e del 4% più elevato della media del decennio. Questo perché sciare diventa sempre più caro: secondo BBGR i dati si spiegano infatti con «l'evoluzione dell'offerta e i relativi adeguamenti dei prezzi, nonché con le strategie di differenziazione dei prezzi».
Estendendo lo sguardo all'intera stagione, sino al 28 febbraio 2021, si ha un calo annuo dell'affluenza pari al 22% – l'equivalente di circa 40 milioni di franchi – che si riduce rispettivamente all'11% e al 13% nel confronto su cinque o dieci anni. A livello di proventi l'arretramento è del 21% (meno 8-9% rispetto alle medie pluriennali).
BBGR non dispone di cifre precise relative alle perdite per i ristoranti, ma sulla base delle informazioni in suo possesso stima che il calo sia di oltre il 60%. Parecchia incomprensione suscita la chiusura delle terrazze imposta lo scorso fine settimana. «Le aziende non riescono a capire perché non sia stata valutata in modo neutrale una soluzione che era ben attuata da due mesi, che era sostenuta dal cantone dei Grigioni, che teneva conto della situazione epidemiologica e che garantiva la protezione della salute degli appassionati di sport sulla neve».
Bergbahnen Graubünden si chiede se, nel contesto della pandemia, il Consiglio federale sia legittimato a dare maggior peso a ragioni di «politica statale» che a quelle epidemiologiche. Inoltre viene considerato frustrante vedere come l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) autorizzi mense per i dipendenti e per le scuole di sci al chiuso e allo stesso tempo non permetta l'apertura delle terrazze esterne. «Dove sono la proporzionalità e l'uguaglianza dei diritti?», si chiede l'organizzazione.
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