Banche ed evasione Francia: informò sulle pratiche dell'UBS ma non riceve nessun risarcimento, ora è in assistenza

hm, ats

28.9.2023 - 20:00

Le vicende di UBS legate alla Francia continuano a interessare i tribunali.
Le vicende di UBS legate alla Francia continuano a interessare i tribunali.
Keystone

Rovescio giudiziario per Stéphanie Gibaud, l'ex quadro di UBS in Francia che, con le sue rivelazioni, contribuì a far partire una vasta indagine contro la banca, condannata in via non definitiva a una sanzione miliardaria per aiuto in evasione fiscale.

hm, ats

Un tribunale di Parigi ha respinto la richiesta della donna di ottenere un risarcimento da parte dello Stato francese. L'ex dirigente continuerà così a vivere dell'assistenza.

La Corte d'appello amministrativa (CAA) ha cassato una precedente decisione di prima istanza che riconosceva alla manager il diritto a un indennizzo, riferisce oggi l'agenzia Afp.

Secondo i giudici – che sono stati chiamati in causa da un ricorso del ministero francese dell'economia – non si applica infatti la legge che consente agli informatori di essere risarciti, poiché le soffiate della donna sono arrivate prima del 1. gennaio 2017, data di entrata in vigore della normativa.

Licenziata più di 10 anni fa

Responsabile del marketing degli eventi di UBS, Gibaud – insieme a un altro dirigente – aveva parlato delle pratiche dell'istituto, cosa che aveva innescato una inchiesta di grandi proporzioni.

L'istituto era poi stato condannato (in secondo grado) al pagamento di 1,8 miliardi di euro: la sentenza è però stata impugnata dalla società e sul caso è attesa una sentenza definitiva il 15 novembre.

Gibaud era stata licenziata più di dieci anni or sono, il 21 gennaio 2012, per motivi economici. Da anni chiedeva un risarcimento sostanzioso, avendo avuto a suo avviso la vita distrutta e sacrificata all'interesse generale. «Ho perso il lavoro, la casa, l'affidamento dei miei figli», aveva detto ai giornalisti. Oggi la donna vive con un sussidio sociale minimo.

Gli allertatori civici oggi meglio protetti

Il tema dei giusti compensi per i collaboratori di giustizia è molto dibattuto in Francia.

Nel 2016 il paese – che ha vissuto casi clamorosi di evasione ad altissimo livello, basti pensare alla vicenda che alcuni anni or sono ha interessato l'allora ministro del bilancio Jérôme Cahuzac – si è dotato di uno statuto per gli allertatori civici (whistleblower), che li preserva dai perseguimenti penali e li protegge dai datori di lavoro.