LavoroA rischio 300 milioni di impieghi per via dell'intelligenza artificiale
SDA
28.3.2023 - 16:04
L'intelligenza artificiale cosiddetta «generativa» potrebbe portare ad un aumento del prodotto interno lordo globale annuo del 7% in 10 anni, ma rischia anche di provocare un terremoto nel mercato del lavoro.
28.03.2023, 16:04
28.03.2023, 16:10
SDA
Un sisma che coinvolgerebbe 300 milioni di persone nelle grandi economie del mondo: è quanto emerge da un rapporto della banca d'affari statunitense Goldman Sachs, di cui riferisce il Financial Times.
I sistemi di intelligenza artificiale «generativa» come il ChatGPT, in grado cioè di creare contenuti indistinguibili da quelli prodotti dall'uomo, potrebbero innescare un boom di produttività che farebbe aumentare il prodotto interno lordo globale del 7% in un periodo di 10 anni, scrive il giornale.
Tuttavia, se questa tecnologia si rivelasse all'altezza delle sue promesse, porterebbe anche «notevoli sconvolgimenti» nel mercato del lavoro, esponendo all'automazione l'equivalente di circa 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno nelle grandi economie, scrivono gli autori dello studio, Joseph Briggs e Devesh Kodnani.
Gli avvocati e il personale amministrativo sarebbero tra coloro che rischiano maggiormente di essere licenziati, precisano.
Due terzi degli impieghi in USA e EU esposti all'automazione
I ricercatori hanno calcolato che circa due terzi degli impieghi negli Stati Uniti e in Europa sono esposti a un certo grado di automazione dell'intelligenza artificiale, in base ai dati relativi alle mansioni tipicamente svolte in migliaia di occupazioni.
La maggior parte delle persone vedrebbe automatizzata meno della metà del proprio carico di lavoro e probabilmente continuerebbe a lavorare, dedicando più tempo ad attività più produttive.
Negli Stati Uniti, questo dovrebbe valere per il 63% della forza lavoro, mentre un altro 30% che svolge lavori fisici o all'aria aperta non sarebbe interessato, anche se il suo lavoro potrebbe essere soggetto ad altre forme di automazione.
Ma circa il 7% dei lavoratori statunitensi svolge lavori in cui almeno la metà delle mansioni potrebbe essere svolta dall'intelligenza artificiale generativa, sottolinea il rapporto. La ricerca ha evidenziato un impatto simile in Europa.