Un centinaio di autisti di bus e simpatizzanti di AutoPostale hanno protestato questa mattina davanti al Parlamento cantonale contro le modalità utilizzate per mettere a concorso le 38 linee di bus nel Giura.
In particolare temono il dumping salariale nel caso in cui sia una ditta straniera a vincere l'appalto.
Nel bando di concorso si è rinunciato a criteri vincolanti per tutelare le condizioni di lavoro, si legge in un comunicato odierno congiunto di Syndicom e del sindacato del personale dei trasporti (SEV). I manifestanti temono che gli autisti di AutoPostale e Chemins de fer du Jura (CJ) possano finire nelle mani del fornitore più economico ed essere quindi loro a pagare il prezzo dei risparmi nel servizio pubblico.
Il malumore dei conducenti viene alimentato dall'atteggiamento ostinato del governo, si legge nella nota. Nonostante una petizione con 4000 firme, una mozione accettata dal Parlamento giurassiano e diverse azioni antecedenti, il governo non vuole tutelare il personale. L'unica cosa che ha deciso l'esecutivo è quella di fare riferimento alle linee guida dell'Ufficio federale dei trasporti (UFT) nelle quali viene definito soltanto un salario minimo che si colloca ben al di sotto degli stipendi effettivi degli autisti. Il personale conducente si sente abbandonato dal governo, sottolinea la nota.
I timori degli autisti sono stati confermati nelle ultime settimane. È stato reso noto che ci sono aziende internazionali di bus orientate al profitto interessate alle linee nel Giura, indica il comunicato. Syndicom e SEV ritengono che il cantone dovrebbe prendere in considerazione solo le società che non «realizzano risparmi sulle spalle del personale».
Dopo lo scandalo delle sovvenzioni AutoPostale rischia di perdere tutte le linee nel Giura. Il governo cantonale ha revocato questa concessione in quanto non era soddisfatto della qualità dei servizi di AutoPostale.
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