Scienze sociali La pornografia fa male agli uomini ma fa bene alle donne

uc, ats

9.2.2022 - 18:15

Più gli uomini consumano pornografia, più le loro prestazioni sessuali e la soddisfazione della loro partner diminuiscono. Per le donne, la tendenza è opposta, secondo uno studio dei ricercatori di Losanna e Ginevra.
Più gli uomini consumano pornografia, più le loro prestazioni sessuali e la soddisfazione della loro partner diminuiscono. Per le donne, la tendenza è opposta, secondo uno studio dei ricercatori di Losanna e Ginevra.
Keystone

Più gli uomini consumano pornografia, più le loro prestazioni sessuali e la soddisfazione della loro partner diminuiscono. Per le donne, la tendenza è opposta, secondo uno studio dei ricercatori di Losanna e Ginevra.

Keystone-SDA, uc, ats

Anche se la pornografia è un'industria gestita principalmente da e per gli uomini, sembra paradossalmente avere un effetto nocivo sulla sessualità maschile ma un effetto benefico su quella femminile.

È per lo meno ciò che indica uno studio non rappresentativo condotto da Nicolas Sommet, del Centro LIVES dell'Università di Losanna, e Jacques Berent, dell'Università di Ginevra.

Una vasta indagine su tre anni

L'indagine, pubblicata sulla rivista Psychological Medicine, è stata condotta in tre anni su circa 100'000 intervistati e 4000 coppie eterosessuali di lingua francese reclutate con il sostegno di un influente YouTubeur in Francia.

I ricercatori hanno distribuito un questionario per valutare tre indicatori: la percezione delle proprie capacità sessuali, il livello di funzionamento sessuale e la soddisfazione sessuale riferita dal partner.

È risultato che più gli uomini guardano la pornografia, più si sentono sessualmente incompetenti, più problemi sessuali riferiscono di avere e più le loro partner dicono di essere insoddisfatti.

Al contrario, un consumo consistente da parte delle donne porta a una sensazione di maggiore competenza sessuale, meno problemi sessuali e un partner più soddisfatto sotto certi aspetti, come la qualità dello scambio.

Risultati non rappresentativi

Le precedenti ricerche in questo ambito si sono basate su piccoli campioni. Per questo studio, i ricercatori hanno collaborato con lo YouTubers francese Mathieu Sommet.

Anche se i risultati non sono rappresentativi della popolazione, questo metodo di reclutamento ha permesso di rivolgersi a intervistati iperconnessi in un'età cruciale del loro sviluppo sessuale. L'età media è infatti di circa 21-22 anni.

«Benché i risultati siano statisticamente chiari, la forza degli effetti rimane relativamente modesta, il che ci dice che la pornografia non può essere vista come la fonte di tutti i mali – per gli uomini – o come una panacea per le donne», sottolinea Nicolas Sommet in un comunicato stampa del LIVES, il centro svizzero di competenza nella ricerca sul percorso di vita e le vulnerabilità, con sede presso le università di Losanna e Ginevra.