Commercio al dettaglio OVS Svizzera: protesta venditrici a Mestre

ATS

2.7.2018 - 15:04

Protesta di una cinquantina di venditrici svizzere di OVS alla sede centrale del gruppo d'abbigliamento italiano a Venezia-Mestre: hanno definito "irresponsabile" l'atteggiamento dell'amministratore delegato Stefano Beraldo, riferisce il sindacato Unia.

A fine giugno, solo pochi mesi dopo la sua apparizione sul mercato svizzero, OVS ha licenziato i suoi 1180 dipendenti: si tratta del licenziamento collettivo più grave della storia del commercio al dettaglio in Svizzera, si legge in un comunicato odierno di Unia. Secondo il sindacato questo "fallimento su tutta la linea", "è dovuto in larga misura all'incompetenza e agli errori strategici" di Beraldo.

Dal rilevamento di Charles Vögele da parte di OVS, avvenuto lo scorso dicembre, sono emersi numerosi problemi: accumulo di ore supplementari, casi di burnout, direttive e comunicazione poco chiare, nonché problemi di organizzazione che suggeriscono gravi manchevolezze nella gestione, sostiene Unia. Secondo l'organizzazione, la società Sempione Fashion, casa madre svizzera di OVS, si è sempre opposta al dialogo.

Unia denuncia mancanza di rispetto nei confronti del personale. Le dipendenti esigono un piano sociale per le impiegate e gli impiegati delle filiali svizzere che prenda come riferimento quanto accordato al personale di OVS in Austria. Il gruppo OVS, che dall'Italia ha condotto l'impresa alla deriva, dispone dei mezzi per risarcire coloro che hanno perso l'impiego, si dice convinto il sindacato.

Con l'aiuto di Unia le venditrici rivendicano in particolare il versamento di indennità di partenza in funzione dell'anzianità di servizio, dell'età e della situazione familiare, nonché un sostegno nella ricerca di un nuovo impiego. Esse fanno appello alla responsabilità di un'impresa internazionale.

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