Oro nero Dopo l'attacco alle raffinerie saudite s'impenna il prezzo del petrolio 

ATS

16.9.2019 - 10:30

Dopo l'attacco alle raffinerie saudite il Brent ha segnato un +10,7% con un picco in apertura del 19,5%. 

Il prezzo del petrolio avanza di circa il 10% dopo l'attacco alle raffinerie saudite di Saudi Aramco, in quello che è al momento il maggior rialzo degli ultimi tre anni.

Il Brent sale del 10,7% a 66,66 dollari mentre il Wti del 9,6% a 60,1 dollari. In avvio di contrattazione il Brent aveva messo a segno il più grande rialzo intraday da quando i future sono stati introdotti, nel 1988: 12 dollari al barile, pari ad un balzo del 19,5%. Il rialzo massimo del Wti è stato di 8,5 dollari (+15,5%).

Il peggior danno di sempre

La perdita di produzione legata all'attacco agli impianti di Saudi Aramco, in Arabia Saudita, rappresenta il più grande danno determinato da un singolo evento per i mercati petroliferi.

Lo riporta l'agenzia Bloomberg ricordando che la perdita di 5,7 milioni di barili al giorno, generata dall'attacco contro Riad, pari a circa il 5% della produzione mondiale, è superiore ai 5,6 milioni persi nel 1979 con la rivoluzione iraniana e dei 4,3 milioni di barili persi nel 1990 quando l'Iraq di Saddam Hussein invase il Kuwait e nel 1973 in occasione della guerra del Kippur tra Israele e Paesi arabi.

Gli Stati Uniti pronti a rispondere

Gli Stati Uniti, nel frattempo, si sono detti pronti a rispondere agli attacchi di droni che hanno colpito le due principali raffinerie del paese ma aspettano conferme da Riad. Lo ha affermato via twitter il presidente Donald Trump senza però chiamare in causa esplicitamente l'Iran.

Il suo omologo iraniano Hassan Rohani, nel frattempo, ha affermato di non avere in programma un incontro con il presidente statunitense a margine dell'Assemblea generale dell'ONU che si terrà la prossima settimana a New York. Il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran ha spiegato di non ritenere «che questo tipo di incontro avrà luogo in quell’occasione».

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