Le riserve di divise detenute dalla Banca nazionale svizzera (BNS) tornano a calare: a fine maggio si sono attestate a 925,4 miliardi di franchi, 0,6 miliardi in meno rispetto ad aprile, mese in cui erano salite di 15,5 miliardi.
hm, ats
07.06.2022, 14:00
07.06.2022, 14:07
SDA
L'insieme delle riserve (oro escluso) è passato da 940 a 939 miliardi di franchi, ha indicato oggi l'istituto sul suo sito internet.
Dalle tabelle non si può capire se la BNS sia intervenuta sul mercato per indebolire il franco e, se lo ha fatto, in quale misura. Spesso la ragione principale degli scarti è infatti da identificare negli sviluppi dei corsi delle divise. A fine maggio l'euro era scambiato a 1,0311 franchi, contro 1,0240 di un mese prima. Nello stesso periodo di tempo il dollaro è passato da 0,9690 franchi a 0,9612 franchi.
Come noto la Banca nazionale considera tuttora elevata la valutazione del franco (lo ha ribadito nell'esame trimestrale della della situazione economica e monetaria risalente allo scorso 24 marzo) e da ormai oltre sette anni persegue una politica di interessi negativi per cercare di contenere gli effetti negativi dovuti alla moneta forte.
Gli esperti si aspettano che la BNS, confrontata con una crescita dell'inflazione che in maggio ha raggiunto il 2,9%, cominci a pensare a una stretta monetaria. Vi è chi ritiene che il primo ritocco del tasso guida – al momento del -0,75%, il più basso del pianeta – possa avvenire in dicembre, ma non mancano coloro che ipotizzano interventi anche prima. Molto dipenderà dalla Banca centrale europea (Bce) che, contrariamente alla Federal Reserve, non si è ancora mossa: qualche nuova indicazione da Francoforte potrebbe arrivare giovedì, dopo la riunione di politica monetaria dell'istituto.