Congiuntura Usa: economisti, +3% pil 2018, poi rallenta

ATS

9.8.2018 - 20:35

La crescita statunitense toccherà il 3% nel 2018, con un tasso di disoccupazione che, a metà del prossimo anno, scenderà al 3,6%, ai minimi degli ultimi 50 anni. Ma all'orizzonte si addensano nubi nere che sembrano segnalare l'avvicinarsi di una recessione.

Gli economisti sono convinti che già a partire dal prossimo anno il pil rallenterà segnando un +2,4%, una frenata che proseguirà nel 2020 con una crescita di solo l'1,8%.

A pesare - secondo gli economisti interpellati nel consueto sondaggio mensile del Wall Street Journal - è la guerra commerciale innescata dal presidente degli Usa Donald Trump ma anche lo svanire degli effetti positivi del taglio delle tasse da 1500 miliardi di dollari (1491 miliardi di franchi al cambio attuale) approvato in dicembre.

La Federal Reserve alzerà i tassi altre due volte nel 2018, una in settembre e una in dicembre, affermano ancora gli economisti, secondo i quali i tassi saliranno quest'anno in una forchetta fra il 2,5% e il 2,50%.

L'88% degli interpellati dal Wall Street Journal ritiene che l'economia non ha mostrato segnali di rallentamento dopo i due rialzi decisi quest'anno dalla banca centrale e questo spiana la strada ad altri due ritocchi.

Un rialzo dei tassi in settembre è dato per scontato dal mercato. E l'attesa è ora per l'intervento del presidente della Fed Jerome Powell a Jackson Hole alla fine di agosto, dal quale si potrebbe avere indicazioni su come la banca centrale americana intende muoversi.

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