Banche Versamenti BNS? «Cantoni per anni a bocca asciutta»

hm, ats

7.2.2023 - 19:00

Il Ticino figura fra quei cantoni che per il 2023 avevano fatto affidamento agli introiti provenienti dalla BNS.
Il Ticino figura fra quei cantoni che per il 2023 avevano fatto affidamento agli introiti provenienti dalla BNS.
Keystone

In materia di contributi da parte della Banca nazionale svizzera (BNS) cantoni e Confederazione rischiano di rimanere a bocca asciutta ancora per anni: la probabilità di una distribuzione salirà nuovamente sopra il 50% solo nel 2026, secondo gli economisti di UBS.

Keystone-SDA, hm, ats

Per l'anno in corso, l'eventualità di un versamento viene vista inferiore al 30% e anche per il 2024 e il 2025 il dato è sotto il 50%, ha indicato in una conferenza stampa l'esperto di UBS Florian Germanier, a margine della presentazione delle previsioni sull'andamento del prodotto interno lordo elvetico nei prossimi due anni.

A pesare è la maxi-perdita di 132 miliardi di franchi subita dalla BNS nel 2022, che ha più che azzerato la cosiddetta riserva di distribuzione (che era arrivata a 102,5 miliardi) accumulata dall'istituto e pensata per poter effettuare versamenti agli enti pubblici (che nel 2021 erano ammontati a 6 miliardi) pure quando l'esercizio finisce in rosso.

Cosa deve fare la BNS per riprendere i pagamenti?

Per poter riprendere i pagamenti, la BNS deve anche riguadagnare i fondi per l'alimentazione degli accantonamenti per le fluttuazioni valutarie. Nel 2022 la BNS ha proceduto ad accantonamenti di tal tipo per 9,6 miliardi di franchi: il risultato è che a bilancio c'è una perdita di circa 39 miliardi.

Si tratta quindi di realizzare un utile superiore a 40 miliardi: stando a Germanier la probabilità che ciò accada nel 2027 è del 60%. Il fattore decisivo sarà l'andamento dei mercati finanziari: gli esperti di UBS basano i loro calcoli su scenari di rendimento di vari investimenti.