Audizione al CongressoZuck il glaciale e l'umile Bezos
ATS
30.7.2020 - 09:04
Il veterano delle audizioni in Congresso, Mark Zuckerberg, il più glaciale, votato all'attacco pur di difendere la linea di Facebook, ancor più di quanto abbiano fatto Tim Cook e Sundar Pichai per respingere l'offensiva dei membri del Congresso.
La «matricola» Jeff Bezos invece, alla sua prima apparizione a Capitol Hill, sceglie un approccio diverso, più umile e disponibile ad accogliere le critiche, lui che è l'uomo più ricco della Terra, con un patrimonio di oltre 180 miliardi di dollari.
I Big Four a capo delle più grandi aziende tecnologiche al mondo, collegati online con la commissione antitrust della Camera, mostrano personalità e approcci decisamente differenti. Di fronte a chi li accusa di essere dei veri e propri «imperatori dell'economia online», «Zuck», ormai abituato e come ai processi davanti ai membri del Congresso, con sguardo freddo e tono deciso entra subito in «destroy mode», modalità caterpillar, rinviando con forza e determinazione al mittente tutte le accuse: dall'aver operato acquisizioni per far fuori la concorrenza a una incerta gestione delle fake news, passando per l'utilizzo di dati degli utenti. E Zuckerberg non risparmia nemmeno gli attacchi ai suoi colleghi e in alcuni casi concorrenti: del resto soprattutto con Tim Cook i rapporti non sono rose e fiori.
Simile, anche se meno aggressivo, l'atteggiamento dello stesso Cook e di Pichai: il primo per difendersi soprattutto dall'accusa che l'Apple Store non tratta tutti gli sviluppatori delle app in maniera uguale; il secondo per negare che Google sia mai stata coinvolta in progetti che abbiano favorito la Cina. Molto diverso l'approccio di Bezos che, meno tartassato rispetto ai suoi colleghi, ha detto di essere pronto a riconoscere alcune distorsioni di Amazon e a correggerle. Disponibile persino ad ammettere alcuni errori e a indagare su alcuni venditori che lo hanno denunciato, fatti fuori dalla piattaforma online più grande al mondo. Strategie e stili diversi per quello che è stato definito l'evento dell'anno a Capitol Hill.
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