«Adesso sulla Luna», «Avanti verso i pianeti», si leggeva sui cartelli che nel 1961 accoglievano a Mosca Yuri Gagarin, il primo uomo che era andato nello spazio. Lo stesso Gagarin era convinto di avere aperto una strada che avrebbe portato l'umanità molto lontano. La sua città, domenica sera, ha degnamente festeggiato il suo eroe.
La città russa di Veliky Novgorod ha lanciato 500 droni a forma di razzo, domenica sera, per celebrare il 60° anniversario del viaggio storico di Yuri Gagarin, che lo vide diventare il primo uomo nello spazio.
È solo una delle mille manifestazioni preparate in Russia per festeggiare l'evento, che peraltro viene ricordato ogni anno dato che il 12 aprile è il Giorno dei Cosmonauti. Il presidente russo Vladimir Putin si è recato oggi nella città meridionale di Engels, sulle rive del fiume Volga, nel luogo dell'atterraggio del cosmonauta, dove sorge un monumento in onore dello storico volo.
Per i pendolari di Mosca la mattina oggi è iniziata con la trasmissione in metropolitana della notizia originale dell'agenzia di stampa statale TASS sul lancio, seguito dalle leggendarie parole di Gagarin – «Poekhali! (Andiamo) – mentre la sua navicella Vostok decollava. Lo riportano diversi media russi.
La corsa allo spazio riprende slancio
A 60 anni da quel volo del 12 aprile 1961 e a oltre mezzo secolo dall'ultima missione del programma Apollo sulla Luna, l'uomo non è mai stato così determinato nel voler lasciare di nuovo le sue impronte sul suolo lunare e sta già progettando una stazione spaziale nell'orbita lunare, Gateway, che potrebbe avere una finestra panoramica con vista su Luna e Terra.
Intanto si guarda a Marte e alla possibilità di costruire lì, un giorno, basi destinate a ospitare delle missioni umane e in futuro delle colonie umane.
Il volo di Gagarin ha aperto una nuova pagina nella storia dell'uomo ed è stato chiaro fin dall'inizio che quella strada avrebbe portato lontano, lasciandosi alle spalle gli anni della guerra fredda e quelli del lungo silenzio dopo le missioni lunari.
Le tensioni politiche avevano impedito a Gagarin di complimentarsi con Alan Shepard, il primo americano che nemmeno un mese dopo di lui era andato in orbita su una navetta Mercury, e per molti anni ancora Unione Sovietica e Stati Uniti hanno portato avanti le loro missioni all'insegna della 'corsa allo spazio'.
Nel 1975 la svolta
A cambiare del tutto lo scenario è stato, il 17 luglio 1975, l'aggancio in orbita di un modulo statunitense Apollo con la navetta russa Soyuz: per la prima volta un equipaggio americano e uno sovietico volavano insieme intorno alla Terra.
Oggi questo incontro di nazionalità diverse è routine sulla Stazione Spaziale Internazionale, nata dalla collaborazione fra Stati Uniti, Russia, Canada, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Giappone.
Tutti gli astronauti che hanno lavorato e continuano a lavorare lassù non possono fare a meno di notare che, vista da lì, la Terra non ha confini. In orbita, poi, non si arriva più solo con le missioni delle agenzie governative, ma i privati hanno portato una ventata di novità. Inoltre le ricadute delle attività spaziali sulla Terra sono diventate tangibili, al punto da dare vita alla cosiddetta New Space Economy.
Dall'inizio dell'era spaziale sono stati più di 570 gli esseri umani che hanno ammirato la Terra dallo spazio. Di questi, le donne sono state appena 70, ma il loro numero va aumentando progressivamente e potrebbe essere di una donna la prossima impronta che un essere umano lascerà sul suolo lunare.
Diversi progetti in cantiere
A 60 anni dal volo di Gagarin si guarda al ritorno alla Luna, con il programma Artemis promosso dalla Nasa e al quale collabora l'Esa. Anche l'Italia promette di avere un ruolo importante e sono almeno 16 i progetti per le future basi lunari allo studio grazie all'accordo firmato da Thales Alenia Space (Thales-Leonardo) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi).
Uno riguarda lo Shelter, un modulo abitabile per la superficie lunare che potrà diventare un rifugio pressurizzato per gli astronauti in caso di emergenza. In programma anche un sistema di telecomunicazioni fra i vari elementi della base lunare, la stazione Gateway e la Terra.
Si studieranno inoltre la fattibilità di un laboratorio lunare per esperimenti scientifici ed elementi pressurizzati per la stazione Gateway, come un modulo pressurizzato per gli astronauti e una finestra panoramica per osservare la Luna, la Terra e lo spazio profondo.
Il volo di un drone su Marte
Su Marte, la cui orbita è ormai affollata di sonde e che conta tre rover attivi sul suo suolo, si prepara una delle prove più significative per il futuro dell'esplorazione: la possibilità del volo controllato di un drone, con il piccolo elicottero Ingenuity della Nasa arrivato sul pianeta rosso il 18 febbraio con il rover Perseverance.
In questa foto d'archivio risalente all'aprile 1961, vediamo il cosmonauta sovietico Jurij Gagarin subito prima del lancio dal cosmodromo di Baïkonour della prima missione spaziale con equipaggio. Questo pioniere dello spazio è deceduto il 27 marzo 1968, durante un volo di addestramento finito male.
Nel centro di addestramento per cosmonauti Jurij Gagarin, dietro la centrifuga CF-7, c'è una sua foto. «Il Cristoforo Colombo dello spazio» e «La prima pop star del blocco sovietico»: nel 1961, diventando il primo uomo a recarsi nello spazio, il cosmonauta Jurij Gagarin entra nella storia della navigazione spaziale.
La prima pagina del «The Huntsville Times» mostra una foto del cosmonauta sovietico Jurij Gagarin accompagnata dal titolo «Man Enters Space». Il 12 aprile 1961, Jurij Gagarin diventa il primo uomo a fare il giro della Terra in 108 minuti a bordo della capsula «Vostok 1».
Nel giugno 2014, l'astronauta dell'agenzia spaziale europea Alexander Gerst osserva la Terre attraverso l'oblò della Stazione spaziale internazionale. Intelligenti, robusti e integerrimi: gli astronauti della generazione attuale incarnano l'immagine trasmessa da Yuri Gagarin, fanno notare gli specialisti del settore.
Quando Alexander Gerst si è recato al centro di formazione di Mosca per prepararsi al volo verso la Stazione spaziale internazionale, Jurij Gagarin lo ha accompagnato ad ogni passo. Mentre davanti all'edificio, una statua rende omaggio al «Cristoforo Colombo dello spazio», uno Jurij Gagarin di bronzo troneggia fiero all'entrata del centro di addestramento.
Questo murale, realizzato dall'artista ucraino Andrey Palval nell'ambito del festival di arte urbana «Stenograffia», a Iekaterinbourg, mostra Jurij Gagarin con una colomba bianca. Fu Jurij Gagarin ha coniare l'espressione «pianeta blu».
50 anni fa moriva Jurij Gagarin
In questa foto d'archivio risalente all'aprile 1961, vediamo il cosmonauta sovietico Jurij Gagarin subito prima del lancio dal cosmodromo di Baïkonour della prima missione spaziale con equipaggio. Questo pioniere dello spazio è deceduto il 27 marzo 1968, durante un volo di addestramento finito male.
Nel centro di addestramento per cosmonauti Jurij Gagarin, dietro la centrifuga CF-7, c'è una sua foto. «Il Cristoforo Colombo dello spazio» e «La prima pop star del blocco sovietico»: nel 1961, diventando il primo uomo a recarsi nello spazio, il cosmonauta Jurij Gagarin entra nella storia della navigazione spaziale.
La prima pagina del «The Huntsville Times» mostra una foto del cosmonauta sovietico Jurij Gagarin accompagnata dal titolo «Man Enters Space». Il 12 aprile 1961, Jurij Gagarin diventa il primo uomo a fare il giro della Terra in 108 minuti a bordo della capsula «Vostok 1».
Nel giugno 2014, l'astronauta dell'agenzia spaziale europea Alexander Gerst osserva la Terre attraverso l'oblò della Stazione spaziale internazionale. Intelligenti, robusti e integerrimi: gli astronauti della generazione attuale incarnano l'immagine trasmessa da Yuri Gagarin, fanno notare gli specialisti del settore.
Quando Alexander Gerst si è recato al centro di formazione di Mosca per prepararsi al volo verso la Stazione spaziale internazionale, Jurij Gagarin lo ha accompagnato ad ogni passo. Mentre davanti all'edificio, una statua rende omaggio al «Cristoforo Colombo dello spazio», uno Jurij Gagarin di bronzo troneggia fiero all'entrata del centro di addestramento.
Questo murale, realizzato dall'artista ucraino Andrey Palval nell'ambito del festival di arte urbana «Stenograffia», a Iekaterinbourg, mostra Jurij Gagarin con una colomba bianca. Fu Jurij Gagarin ha coniare l'espressione «pianeta blu».