Chiesa cattolica Abusi sessuali nella Chiesa: il vescovo Morerod non esclude di dimettersi

ats

14.9.2023 - 08:03

Il vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo Charles Morerod.
Il vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo Charles Morerod.
Keystone

Accusato di non essere intervenuto dopo aver ricevuto denunce di casi di abusi sessuali, il vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo Charles Morerod non ha escluso le dimissioni.

14.9.2023 - 08:03

«Se constatassi di aver fatto grossi errori sarebbe meglio lasciare», ha affermato in un'intervista odierna ai giornali del gruppo ESH.

Stando all'ultima edizione del «Sonntagsblick», il vescovo non ha agito dopo la segnalazione di questi episodi. Anzi, avrebbe addirittura promosso un prete coinvolto.

In una seconda intervista di oggi, questa volta concessa a «La Liberté», il friburghese, che non vuole esprimersi sul tema a indagini ancora aperte, ha detto di attendere gli sviluppi con «serenità». «Non tengo particolarmente alla mia funzione: se dovessi dimissionare, per me sarebbe una liberazione», ha assicurato. A suo giudizio, la concentrazione dei poteri sui vescovi è «ingestibile».

Riguardo allo studio dell'Università di Zurigo sugli abusi sessuali nella Chiesa cattolica in Svizzera pubblicato due giorni fa, in cui i ricercatori hanno censito oltre 1000 casi dagli anni '50 e parlato di molti altri non denunciati con tanto di distruzione di documenti, Morerod dice di non essere sorpreso «né dalla portata del fenomeno, né dai metodi utilizzati per insabbiare le vicende».

Durante l'esame degli archivi, «abbiamo più volte trovato documenti in posti che non c'entravano nulla», rivela ai media ESH.

Lo studio critica pure l'abbandono del servizio specializzato sugli abusi sessuali fra il 2012 e il 2016 in seno alla diocesi di Morerod.

La commissione in questione non è stata rinnovata, «soprattutto su richiesta di alcune vittime», ha risposto l'interessato, aggiungendo comunque di non essere affatto contento di questo periodo di vuoto.

«Volevo costituirne una nuova Romandia. Ma le cose non hanno funzionato». Era dunque direttamente lo stesso vescovo a ricevere le persone interessate.

ats