Scienza Gli aggregati di una proteina instabile causano malattie neurodegenerative

nide, ats

5.6.2023 - 15:43

Quando gli aggregati TDP43 sono attaccati dagli enzimi mostrano il loro nucleo "appiccicoso", che è in grado di attirare a sé altre proteine dello stesso tipo e di dare quindi vita a nuovi "agglomerati".
Quando gli aggregati TDP43 sono attaccati dagli enzimi mostrano il loro nucleo "appiccicoso", che è in grado di attirare a sé altre proteine dello stesso tipo e di dare quindi vita a nuovi "agglomerati".
Keystone

Gli aggregati della proteina instabile TDP43 diventano patogeni solo quando vengono processati e rivelano il loro nucleo «appiccicoso»: sono il marchio di garanzia di malattie degenerative quali la SLA.

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Questa è la recente scoperta di ricercatori del Politecnico federale di Losanna (EPFL), il cui articolo è apparso sulla rivista Nature Neuroscience.

Gli aggregati di TDP43, dopo la loro formazione, possono diffondersi in diverse aree del cervello e danneggiare la normale e funzionale proteina omonima.

Senthil Kumar e Hilal Lashuel, rispettivamente dottore e professore all'EPFL, in collaborazione con altri dell'Università della Pennsylvania, hanno scoperto che tale dinamica avviene una volta che gli aggregati TDP43 sono attaccati dagli enzimi e mostrano il loro nucleo «appiccicoso», che è in grado di attirare a sé altre proteine dello stesso tipo e di dare quindi vita a nuovi «agglomerati».

Un nuovo metodo per riprodurre le fibrille

Gli studiosi sono giunti a siffatta conclusione grazie alla riproduzione di elementi chiave degli aggregati di proteine patologici riscontrati nei cervelli di pazienti affetti da SLA – sclerosi laterale amiotrofica –, dal morbo di Alzheimer e da quello di Parkinson.

«La scoperta è stata facilitata dalla nostra capacità di sviluppare un nuovo metodo per la produzione di fibrille, in laboratorio, che condividono le caratteristiche morfologiche e strutturali con quelle trovate nel cervello dei pazienti affetti da SLA», spiega Kumar, primo autore dell'articolo.

I ricercatori suggeriscono che un'ipotesi percorribile per combattere le malattie neurodegenerative potrebbe essere quella di inibire i sopracitati enzimi al fine di rallentare la formazione degli aggregati TDP43 e prevenirne la propagazione nell'encefalo.

Riprodurre la patologia in provetta?

Finora vi sono state difficoltà a rilevare le fibrille di TDP43 per via del loro strato globulare protettivo e quindi è stato particolarmente impegnativo sviluppare agenti di rilevamento immagine che utilizzassero le fibrille TDP43.

Questi «sono disperatamente necessari per consentire una diagnosi precoce, monitorare la progressione della malattia e valutare l'efficacia di nuove terapie», afferma il dottor Kumar.

Il gruppo di ricerca ha dimostrato di essere in grado di produrre fibrille di TDP43 con la stessa sequenza centrale delle fibrille presenti nel cervello dei pazienti. «Ma dobbiamo ancora determinare se il nucleo della fibrilla smascherata ha la stessa struttura», chiarisce Hilal Lashuel. «Se lo dimostreremo, allora avremo l'unico sistema che permette di produrre la vera patologia in provetta».