Svolta nelle indagini Amazzonia: Dom Phillips e Bruno Pereira uccisi da bracconieri

SDA

16.6.2022 - 08:29

C'è stata una svolta drammatica nel caso del giornalista inglese Dom Phillips e dell'antropologo brasiliano Bruno Araújo Pereira, scomparsi dieci giorni fa in Amazzonia mentre stavano indagando sulla situazione di alcune comunità indigene. 

Keystone-SDA

I fratelli Oseney da Costa de Oliveira, detto «Dos Santos», e Amarildo da Costa Oliveira, detto «Pelado», hanno confessato di averli uccisi e fatto sparire i corpi.

I presunti assassini, che erano già stati arrestati, sono stati portati dagli agenti sul luogo delle ricerche, nella Vale do Javari, per indicare l'ubicazione dei cadaveri, rende noto il portale di notizie G1.

Secondo l'emittente BandNews, una volta uccise le vittime sarebbero state squartate e bruciate, per poi gettare i resti in un fosso nella terra indigena di Vale do Javari.

Il presunto movente

Il movente del duplice delitto sarebbe stato la pesca illegale nella regione. I due criminali stavano pescando illegalmente «pirarucu», una specie di pesce nativa dell'Amazzonia, e sarebbero per questo stati ripresi da Pereira e Phillips, che stava fotografando l'azione.

Finora gli inquirenti avevano trovato tracce di sangue su una barca, uno zaino e documenti appartenenti ai due scomparsi. Inoltre, «materiale organico apparentemente umano» rinvenuto nel fiume è stato nel frattempo sottoposto a perizia.

Il governo ha mobilitato Marina, Esercito e Forza nazionale, mentre lo Stato di Amazonas ha mobilitato le forze di sicurezza locali alla ricerca dei dispersi.

Chi erano le vittime?

Prima di svanire nel nulla, Philips – 57 anni, un veterano del giornalismo ambientalista – stava lavorando a un libro con il supporto di Pereira, ex funzionario della Fondazione nazionale dell'indio (Funai), profondo conoscitore delle tribù sperdute nella foresta pluviale.

L'associazione indigena Univaja – che ha denunciato per prima la scomparsa – ha riferito che i due si erano messi in viaggio la scorsa settimana in barca per un'area conosciuta come Lago do Jaburu, nella regione di Javari, una vasta distesa di giungla abitata da oltre 20 etnie.

Domenica scorsa avrebbero dovuto far ritorno, sempre in barca, ad Atalaia do Norte, dove non sono mai arrivati.

Il collaboratore del Guardian e l'antropologo brasiliano erano scomparsi dopo aver ricevuto minacce per le loro ricerche su una comunità indigena vessata da predatori di minerali preziosi, taglialegna illegali e bracconieri. 

Il caso ha avuto grande ripercussione internazionale e molte ong, tra cui Greenpeace, hanno puntato il dito contro il governo Bolsonaro, ritenendolo «complice» di quanto accaduto per la sua politica ambientale di incentivo all'agroalimentare (che avrebbe tra l'altro favorito la deforestazione) in violazione dei diritti umani dei nativi.

Mentre anche l'Onu ha stigmatizzato la lentezza del lavoro svolto da militari e polizia.