Arte PoveraMarisa e Mario Merz al Museo Rath di Ginevra
za, ats
1.6.2022 - 17:02
Il Museo Rath di Ginevra espone da domani le opere dei coniugi Marisa e Mario Merz. Due artisti emblematici dell'Arte Povera che hanno lavorato separatamente pur mantenendo una grande vicinanza intellettuale e artistica.
za, ats
01.06.2022, 17:02
01.06.2022, 17:37
SDA
Questa esposizione è stata pensata a partire da un'opera maggiore di Mario Merz, entrata a far parte della collezione del Museo d'arte e di storia (MAH) nel 1985, ha spiegato oggi alla stampa Samuel Gross, co-curatore dell'esposizione con Beatrice Merz, figlia dei due artisti e direttrice della Fondazione Merz di Torino. Quest'ultima ha prestato installazioni in parte inedite.
Di origine svizzera, Mario Merz (1925-2003) è nato a Milano. Si è consacrato alla pittura prima d'immaginare a metà degli anni '60, costruzioni in tela con oggetti trovati, naturali o industriali. Dal canto suo, la torinese Marisa Merz (1926-2019) ha prodotto opere su carta, piccole sculture e pale d'altare.
Tavoli e teste
Una prima sala del Museo Rath è consacrata a Mario Merz: un tavolo in vetro e metallo traversato da una lancia, un'enorme tela e in fondo uno dei suoi primi igloo fatto da cuscini di stoffa e di neon. Nella sala adiacente, tavoli in vetro e metallo, progettati da Mario Merz, sono disposti a forma di spirale, su di essi stanno le teste in argilla cruda di Marisa Merz.
Sui muri sono esposti grandi disegni dei due artisti. In fondo, una sala presenta l'installazione immaginata da Marisa Merz per il suo progetto alla Biennale di Venezia del 1988.
La grande installazione «Senza titolo» di Mario Merz, punto di partenza della mostra, occupa tutto il seminterrato. L'opera è costituita da fascine di tralci di vite posate sul pavimento a formare un rettangolo di 98 m2. In diagonale sulle fascine, delle cifre in neon appartenenti alla sequenza matematica di Fibonacci che illustrano i legami tra natura, scienza e arte.