Se andasse in porto, sarebbe la prima volta che i giganti del web accettano di pagare giornali e giornalisti per le notizie che scrivono e che, pubblicate online, generano traffico e introiti pubblicitari per i colossi tecnologici.
Google e Facebook sono molto vicini a un accordo con i media australiani, che da mesi chiedono con forza di ottenere una remunerazione per l'utilizzo dei propri contenuti da parte dei big del digitale.
Si parla di un risarcimento che potrebbe ammontare a centinaia di milioni di dollari all'anno, secondo le stime dei principali gruppi editoriali australiani, News Corp e Nine Entertainment. Ossigeno per le casse di un settore stremato, prima ancora che dalla pandemia, dal cambio di paradigma rappresentato dal digitale.
Uno tsunami che da un lato ha prosciugato le fonti di sostegno tradizionali dei media e dall'altro ha dirottato la maggior parte delle entrate derivanti dalla pubblicità verso le grandi piattaforme che alimentano il traffico.
Accordo fortemente incoraggiato dal governo australiano
L'accordo è fortemente incoraggiato dal governo australiano che sta studiando un codice di condotta vincolante per i social network in grado di tutelare i media tradizionali. Nel Paese già decine di giornali sono stati chiusi e centinaia di giornalisti licenziati ma il governo ha fatto propria la battaglia per evitare che i giganti di internet divorino del tutto il mondo dell'informazione.
L'iniziativa in un primo momento aveva suscitato una levata di scudi da parte dei colossi tecnologici, arrivati a minacciare di abbandonare l'Australia, come Google. Ora si sarebbe vicini a un compromesso che «trasformerebbe il panorama dei media australiani», secondo il segretario al Tesoro australiano Josh Frydenberg.
Google e Facebook devono negoziare con ciascun media
I colloqui con il Ceo di Facebook Mark Zuckerberg e con quello di Google Sundar Pichai hanno compiuto «grandi progressi nel fine settimana», ha annunciato. Il codice di condotta vincolante elaborato dal governo australiano prevede che Google e Facebook negozino con ciascun media un compenso per la condivisione dei loro contenuti. Qualora non si trovasse l'accordo, ci sarebbe una soluzione arbitrale.
Un meccanismo – sarebbe il primo al mondo in questo campo – cui si guarda con interesse anche in Europa. La direttiva sul copyright del 2019 già prevedeva una forma di compensazione per i media da parte dei big della Silicon Valley ma ancora appare come un'arma troppo debole a diversi europarlamentari.
Ora anche a Bruxelles c'è chi vorrebbe forzare le Big Tech a pagare per le notizie che pubblicano, emendando le norme proposte dalla Commissione per regolamentare i servizi digitali.
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