Tecnologie Big data, una ricerca FNS evidenzia potenziali e sfide

mh, ats

2.3.2023 - 11:02

Processori in un centro dati di Google
Processori in un centro dati di Google
Keystone

Se basati su una gestione responsabile, i «big data» aprono la strada a molte applicazioni utili, ma presentano anche dei rischi.

mh, ats

Sono le conclusioni alle quali giunge il Programma nazionale di ricerca sul tema (PNR 75) del Fondo nazionale svizzero (FNS), che ha condotto 37 progetti di ricerca sull'argomento.

Che si tratti di assistenza medica, mobilità, efficienza energetica o fornitura di informazioni, l'uso dei megadati può migliorare la nostra vita quotidiana. Allo stesso tempo, rappresenta una sfida per i processi democratici, la parità di trattamento, l'equità o il diritto all'anonimato negli spazi pubblici, hanno dichiarato oggi in conferenza stampa a Berna i responsabili del PNR 75.

Vari studi

Dal 2015 al 2022, gli scienziati hanno studiato vari aspetti di queste tecnologie, sviluppando per esempio tecniche per ridurre la quantità di dati richiesti, elaborando mappe sul potenziale delle fonti di energia rinnovabile e affrontando questioni etiche nel campo delle assicurazioni e delle risorse umane.

Il programma ha rafforzato l'eccellenza della ricerca su questo tema in Svizzera, secondo Christian S. Jensen, presidente del comitato direttivo del PNR 75 e professore all'Università di Aalborg, in Danimarca. Il lavoro svolto evidenzia però anche le sfide che dovranno essere superate per poter utilizzare questi flussi di dati in modo responsabile, sfruttandone al contempo il pieno potenziale.

«Alla luce della crescente concorrenza sia a livello internazionale che tra il settore pubblico e quello privato, è fondamentale garantire che la Svizzera rimanga una sede scientifica e formativa di primo piano», ha aggiunto Friedrich Eisenbrand, membro del comitato direttivo del PNR 75.

Generate nuove applicazioni

I progetti hanno anche permesso di generare nuove applicazioni, dai prototipi che rilevano automaticamente le inondazioni al monitoraggio della salute dei pazienti in terapia intensiva, fino all'esplorazione di scenari politici.

Il lavoro svolto ha pure evidenziato la necessità di adeguamenti normativi. «Il progresso tecnico non può essere attuato senza la necessaria base giuridica», ha spiegato Emanuela Keller, responsabile dell'Unità di terapia intensiva neurologica dell'Ospedale universitario di Zurigo.

Lo Stato deve intervenire come legislatore

«La nostra ricerca e l'analisi dei media dimostrano che il pubblico è diffidente nei confronti dei big data, ma crede anche nel loro potenziale», ha da parte sua osservato Markus Christen, direttore generale della Digital Society Initiative all'Università di Zurigo, aggiungendo che per creare fiducia nel trattamento dei dati è necessaria una gestione responsabile.

È qui che lo Stato, in qualità di legislatore, deve intervenire. Carenze normative sono state riscontrate in particolare nei progetti che si occupano di questioni sociali, legali ed etiche. Un esempio è rappresentato dagli algoritmi potenzialmente discriminatori nei settori delle risorse umane o delle assicurazioni.

I dati stanno diventando sempre più preziosi, ma l'armonizzazione della legislazione è ostacolata dalle differenze nazionali in materia di protezione e sicurezza. «In quanto Paese innovativo e collegato a livello globale, la Svizzera potrebbe svolgere un ruolo centrale in questo senso», ha concluso Mira Burri, docente di diritto economico internazionale all'Università di Lucerna.