Scienza&Tecnologia Brasile: droni al servizio della protezione dei delfini dell’Amazzonia

AFP

3.9.2018

Un suono sordo squarcia la notte nella riserva di sviluppo sostenibile di Mamiraua, nel cuore della foresta amazzonica. Qui alcuni scienziati studiano, con l’aiuto di droni, il comportamento dei delfini d’acqua dolce.

«Calma! È solo la respirazione dei delfini. Impressionante in piena notte, non è vero?», domanda André Coelho, biologo.

Questo centro di ricerca, situato in una casa galleggiante sul fiume Jaraua, a 500 km da Manaus, capitale dello Stato, ospita una decina di specialisti dell’istituto Mamiraua e della divisione brasiliana del WWF.

Nel corso dell’attuale stagione delle piogge, l’acqua deborda dal letto del fiume e si riversa nella giungla. I villaggi vicini sono allagati e un caimano soprannominato Dominique si è stabilito nei pressi della casa.

Il giorno successivo, gli scienziati si dividono in due imbarcazioni che si spostano lentamente in un paesaggio che sembra infinito, costituito da una sovrapposizione continua di acqua e di alberi.

Gli esperti maneggiano un drone per sorvegliare l’evoluzione della popolazione di delfini rosa (Inia geoffrensis) e di sotalie (Sotalia fluviatilis).

L’agenzia AFP ha potuto accompagnare alla fine di giugno l’ultima spedizione di questo progetto chiamato EcoDrones.

«Dobbiamo capire i loro comportamenti e abitudini per proporre politiche pubbliche di protezione», ha dichiarato Marcelo Oliveira, membro del WWF-Brasile.

I droni «sono uno strumento che riduce i costi e i ritardi nelle ricerche», assicura l’oceanografa Miriam Marmontel, dell’istituto Mamiraua.

Una nuova tecnologia, basata sull’uso di telecamere termiche, è stata testata in questa occasione: permette di lavorare fino a tardi nel corso della notte.

«Si possono osservare gli animali in momenti della giornata nei quali, finora, ciò è stato impossibile», ha precisato Oliveira.

Una parte dei dati sarà analizzata dall’università di Liverpool, nel Regno Unito, in collaborazione con il WWF-Brasile. L’obiettivo è di tentare di creare un algoritmo che permetta di identificare ciascuna specie.

«Esistono numerose “Amazzonie” nella giungla amazzone. Grazie ai risultati di questo monitoraggio, potremo capire in che modo proteggere gli animali di ciascuna regione, quali sono le minacce che incombono su di essi e come farvi fronte», ha concluso Marmontel.

Follie del regno animale

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