Volatili Lo zoo di Basilea inaugura una nuova uccelliera

nide, ats

1.6.2023 - 14:53

Attualmente la struttura ospita 18 specie di uccelli provenienti dall'Africa, dall'Asia, dall'America centrale e dal Sudamerica.
Attualmente la struttura ospita 18 specie di uccelli provenienti dall'Africa, dall'Asia, dall'America centrale e dal Sudamerica.
Keystone

Lo zoo di Basilea ha inaugurato ufficialmente oggi la sua voliera dopo il rinnovamento, che ha permesso l'ampliamento dello spazio dedicato ai volatili e l'allestimento della riproduzione di una foresta dell'America centrale.

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L'uccelliera, di cui la struttura originaria progettata dall'architetto Heinrich Flügel nel 1927 non è stata alterata dai recenti lavori, sarà aperta al pubblico da sabato 3 giugno, come si legge in un comunicato odierno dello zoo di Basilea, che dispone di altre voliere – non accessibili ai visitatori – destinate meramente alla riproduzione delle specie in via di estinzione.

Attualmente la struttura ospita 18 specie di uccelli provenienti dall'Africa, dall'Asia, dall'America centrale e dal Sudamerica, come ha riferito la curatrice Jessica Borer.

Nel nuovo edificio accanto alla voliera è stata installata la riproduzione di un ecosistema forestale del Centro America: qui si trovano rocce artificiali e piante provenienti dal Costa Rica e vengono riprodotte delle piogge artificiali a intervalli di tempo.

Diversi intoppi

La ristrutturazione della nuova uccelliera non è stata frutto di un parto indolore, dato che si sono verificati diversi intoppi: ad esempio, l'importazione delle piante equatoriali è stata rallentata dall'incagliamento della nave «Ever Green» nel canale di Suez nel 2021, a bordo di cui c'erano proprio gli esemplari destinati allo Zolli.

Inoltre, a causa della carenza di forniture in seguito alla pandemia, non è stato possibile preparare entro l'inaugurazione di oggi una seconda abitazione per uccelli esterna e percorribile a piedi.

I lavori sono iniziati nel 2019 e sono costati circa 29,7 milioni di franchi. Vi hanno partecipato mecenati privati. Il contributo maggiore è arrivato dall'azienda F. Hoffmann-La Roche e dalle famiglie Hoffmann, Oeri e Duschmalé, che hanno versato un contributo di 21 milioni di franchi.