Ambiente Clima: studio Eurac, Sud delle Alpi sempre meno bianco

mp

18.3.2021 - 14:13

Nelle Alpi la copertura nevosa è sempre meno spessa da 50 anni a questa parte
Nelle Alpi la copertura nevosa è sempre meno spessa da 50 anni a questa parte
Keystone

Per la prima volta uno studio su tutto l'Arco alpino mostra come dal 1971 la copertura nevosa sia in calo: in inverno c'è meno neve soprattutto sotto i 2000 metri a sud delle Alpi, mentre in primavera a tutte le altitudini e in tutte le regioni.

18.3.2021 - 14:13

È quanto emerge da uno studio coordinato dall'Eurac Research di Bolzano, al quale hanno partecipato per la Svizzera l'Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (SLF) di Davos (GR), MeteoSvizzera e l'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL).

Gli studi condotti finora si limitavano a singole regioni o Stati dell'Arco alpino e si basavano su dati di una ventina, o al massimo di qualche centinaio, di stazioni di misurazione. Ora sono stati raccolti per la prima volta e valutati in modo unitario i dati sulla neve di più di 2000 stazioni di rilevazione presenti in Italia, Austria, Slovenia, Germania, Svizzera e Francia.

I risultati pubblicati sulla rivista scientifica «The Cryosphere» hanno permesso di descrivere in modo attendibile l'andamento della neve fino a 2000 metri di quota. Dal 1971 al 2019, lo spessore del manto nevoso è diminuito in modo significativo in inverno nell'82% delle stazioni prese in considerazione e in primavera nel 90% di esse, indica il WSL in una nota odierna.

In particolare, al di sotto dei 2000 metri, il numero di giorni con neve al suolo si è ridotto negli ultimi 50 anni di 22-27 giorni al Nord e di 24-34 al Sud delle Alpi, in base alla quota. Ciò corrisponde a una diminuzione dal 10 al 35 % in inverno e dal 30 al 50 % in primavera, a seconda dell'altitudine, precisa ancora il comunicato.

Questo insieme omogeneo di dati abbraccia cinque decenni ed è stato creato grazie alla collaborazione di oltre 30 scienziati di tutti gli Stati alpini. «Su questi dati è stato condotto lo stesso tipo di analisi – afferma il coautore dello studio Christoph Marty, ricercatore presso l'SLF – pertanto i risultati per le diverse regioni dell'Arco alpino possono ora essere confrontati fra loro.»

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