Epidemia Covid: a Basilea i principali propagatori sono giovani molto mobili

stsc, ats

25.12.2020 - 13:41

A Basilea i principali responsabili della diffusione del nuovo coronavirus sono stati giovani, altamente mobili e a basso reddito che vivono in zone densamente popolate. È quanto risulta da un studio condotto in primavera nella città renana.
A Basilea i principali responsabili della diffusione del nuovo coronavirus sono stati giovani, altamente mobili e a basso reddito che vivono in zone densamente popolate. È quanto risulta da un studio condotto in primavera nella città renana.
Keystone

A Basilea i principali responsabili della diffusione del nuovo coronavirus sono stati giovani, altamente mobili e a basso reddito che vivono in zone densamente popolate. È quanto risulta da un studio condotto in primavera nella città renana sull'epidemia di Covid-19.

Il motivo è che i gruppi socioeconomici svantaggiati sono più frequentemente attivi in settori in cui il lavoro a domicilio non è possibile. Inoltre si tratta sovente di lavori che comportano più spesso anche contatti personali e una maggiore mobilità, spiega a Keystone-ATS Adrian Egli, capo dell'équipe dell'ospedale universitario di Basilea che, insieme ai colleghi del Politecnico di Zurigo (ETH), ha preso in considerazione 750 test positivi eseguiti nei mesi di marzo e aprile.

A suo parere, i risultati di Basilea sono validi per molte altre città europee con una struttura demografica simile, e questa ricerca, che è in fase di pre-pubblicazione, potrebbe contribuire a meglio pianificare la campagna di vaccinazione contro il SARS-CoV-2.

Per poter tracciare il percorso dell'epidemia, gli scienziati hanno sequenziato il genoma del virus in 400 campioni. Hanno poi combinato questi dati anonimi con informazioni sull'età, il reddito, la mobilità e la densità della popolazione al fine di creare un modello epidemiologico.

I ricercatori hanno così identificato modelli di infezione principalmente in due gruppi di popolazione: da un lato le persone anziane che si infettano nel proprio quartiere e lo diffondono localmente, e dall'altro i giovani a basso reddito ma molto mobili.

Nei quartieri densamente popolati in cui risiedono questi giovani, il tasso di riproduzione è stato significativamente più alto rispetto alle zone in cui vivono persone più agiate.

Questi risultati potrebbero aiutare a pianificare la strategia di vaccinazione. «Naturalmente, è assolutamente giusto vaccinare prima gli anziani e i gruppi a rischio – sottolinea il microbiologo Adrian Egli – ma ciò non farà scendere la curva in modo significativo». «Ecco perché, dopo i gruppi più a rischio, è importante vaccinare le persone che contribuiscono maggiormente alla diffusione della pandemia», aggiunge il ricercatore.

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