«Finalmente!«, «Era ora»: all'indomani dell'annuncio del Consiglio federale sulle nuove misure contro il coronavirus, la stampa stuzzica il governo per la sua lentezza nel prendere in mano la situazione.
In Romandia, «La Liberté» evidenzia che il piano dell'esecutivo potrebbe intitolarsi «Alla ricerca del tempo perduto». «Piuttosto che prendere in mano le operazioni per gestire la più grave crisi sanitaria dell'ultimo secolo, come tutti i governi all'altezza delle proprie responsabilità, (il Consiglio federale) ha preferito rifilare la patata bollente al piano inferiore», sottolinea il quotidiano friburghese.
Un'opinione condivisa da «24 Heures» e «La Tribune de Genève», che invitano però ognuno a prendersi le proprie responsabilità: «Tutte le viti del mondo possono essere strette, ma non basterà se la popolazione non farà la sua parte».
«Le Temps» dal canto suo si concentra sulle conseguenze sullo sport professionistico. Il settore deve ormai imparare a vivere nell'incertezza, praticamente «imparare a giocare a calcio con un pallone da rugby».
Voci simili nella Svizzera tedesca
L'umore è simile anche sulla stampa della Svizzera tedesca: il «Tages-Anzeiger» sostiene che il Consiglio federale ha adottato una strategia troppo prudente, che dà troppo peso alle esigenze dell'economia. Un piano rischioso che rischia di far pagare il conto ai più deboli.
La «Neue Zürcher Zeitung» sottolinea invece che se la Svizzera vuole gestire l'epidemia, tutti devono remare nella stessa direzione: popolazione, economia e politica. Troppo a lungo l'impatto della seconda ondata è stato sottovalutato. Secondo il quotidiano, le misure decise sono un campanello d'allarme che deve incitare ognuno a ridurre i rischi di contagio.
L'opinione del «Blick» è invece che le misure prese costituiscono l'ultima possibilità per ridurre il numero di casi ed evitare quindi un collasso del sistema ospedaliero. Le ultime settimane – sempre secondo il quotidiano – hanno rappresentato un vero fallimento per i governi cantonali e il Consiglio federale.
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