Animali Decine di squali a rischio estinzione invadono le coste israeliane

DPA/tjb

11.2.2019

Dal mese di novembre del 2018, decine di squali sono stati individuati al largo delle coste israeliane. Gli animali sarebbero attirati da un fenomeno non naturale.

Un numero stranamente alto di squali è stato avvistato al largo delle coste israeliane nel corso degli ultimi mesi. Si riuniscono nelle acque poco profonde di fronte alla città di Hadera, a circa 50 chilometri da Tel Aviv.

«Qui a volte ci sono tra 50 e 100 esemplari che sguazzano», ha dichiarato l'oceanologo Ejal Bigal alla Deutsche Presse-Agentur. Una simile popolazione di squali grigi e bruni è uno spettacolo raro. Sembrerebbe che siano attirati dall'acqua calda sversata in mare da una centrale elettrica suituata nei pressi, come immaginato dallo scienziato dell'università di Haifa.

Gli squali amano l'acqua calda

Bigal studia da quattro anni le possibili cause dell'arrivo degli squali nel Mediterraneo orientale. Nel corso degli ultimi 100 anni, il 95% degli esemplari è stato sradicato dal bacino, spiega l'esperto. Dal momento che essi preferiscono le acque poco profonde nei pressi delle coste - aggiunge - sono stati catturati più facilmente dai pescatori. Inoltre, gli squali grigi («Carcharhinus plumbeus») si riproducono raramente, spesso solo dopo 20 anni. Lo studioso indica quindi che è ancor più sorprendente registrare la presenza di un così grande numero di esemplari a rischio estinzione nello stesso luogo.

I ricercatori del gruppo di Bigal attribuiscono il fenomeno alla presenza di una vicina centrale elettrica. Essa sversa infatti nel mare acqua calda, esattamente nel punto in cui gli squali si concentrano. «Nel bel mezzo della Jacuzzi», scherza l'esperto. Di recente, gli scienziati hanno cominciato ad effettuare delle ecografie sugli animali, nonché analisi del sangue e sui tessuti.

Ad attirar i predatori è probabilmente anche la popolazione importante di pesci esistente nella zona. È stato inoltre possibile stabilire che gli squali che arrivano sul posto non sono sempre gli stessi. Bigal ha infatti già posto dei sensori su 41 esemplari al fine di seguirne gli spostamenti. Il risultato: due squali grigi tra i presenti erano già venuti ad Hadera due anni fa, ma tutti gli altri sono nuovi, ha spiegato il ricercatore.

Una vicinanza che fa sorgere domande

Secondo Bigal, Hadera è un sito unico, in termini positivi come negativi: le condizioni create dalla centrale sono certamente artificiali, ma le acque poco profonde rappresentano «un laboratorio immerso nella natura», poiché rende possibile studiare gli animali senza farli uscire dall'acqua. Tuttavia, lo scienziato si chiede se la vicinanza con gli esseri umani sia un problema. Numerosi sommozzatori infatti amano tuffarsi tra gli squali, che sono visibili dalla spiaggia anche a occhio nudo.

«Impedire lo "shark watching" è impossibile», spiega E. Bigal. Secondo il quale, però, esso può rappresentare un'occasione per sensibilizzare le persone. Gli squali sono infatti estremamente importanti per gli ecosistemi, dal momento che mangiano animali marini malati e regolano la popolazione delle altre specie, ha spiegato lo studioso.

I ricercatori ritengono di poter continuare a studiare gli squali fino a maggio. Normalmente, infatti, gli animali in quel periodo tornano in acque più fredde.

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