Medicina L'EPFL e l'UniGE hanno elaborato un metodo per provocare allucinazioni uditive

mh, ats

20.11.2023 - 10:10

Promettenti studi sulle allucinazioni uditive
Promettenti studi sulle allucinazioni uditive
Keystone

Ricercatori del Politecnico federale di Losanna (EPFL) e dell'Università di Ginevra hanno messo a punto un metodo in grado di provocare allucinazioni uditive in persone sane.

20.11.2023 - 10:10

Il progetto, sostenuto dal Fondo nazionale svizzero (FNS), dovrebbe consentire di studiare le cause alla base di questo fenomeno, che colpisce spesso persone affetto da malattie psichiatriche.

«In realtà, non sappiamo assolutamente nulla di ciò che accade nel cervello in caso di allucinazioni uditive», spiega il neuroscienziato Pavo Orepic, citato in una nota odierna del FNS.

«Oltre il 70% delle persone affette da schizofrenia sente le voci» e il peggio è che le parole pronunciate sono generalmente molto negative. «A volte le voci ripetono quotidianamente cose terribili, persuadendo le persone che le ascoltano di non valere nulla e di doversi fare del male».

Per riuscire a svelare il mistero che si cela dietro a questo fenomeno, un team guidato da Olaf Blanke, dell'EPFL, ha sviluppato un processo che lo provoca artificialmente.

Messe insieme due teorie

È così possibile studiare l'insorgenza delle allucinazioni uditive nelle persone sane e identificare possibili trattamenti specifici. Gli psicofarmaci attualmente in uso alleviano infatti alcuni dei sintomi, ma causano gravi effetti collaterali.

Studi precedenti hanno indicato che le allucinazioni uditive si verificano quando le impressioni sensoriali non corrispondono alle aspettative del cervello.

Altre ricerche le spiegavano con il fatto che il cervello interpreta in modo errato le percezioni sensoriali quando sono caratterizzate da impressioni precedenti. Nell'esperimento, i ricercatori hanno combinato queste due teorie.

Come funziona?

Orepic ha così progettato un metodo che innesca contemporaneamente i due meccanismi seguenti: soggetti bendati premono una leva di fronte a loro mentre un robot che non vedono dà loro una pacca sulla schiena.

Come descritto nella prima teoria, l'impressione sensoriale non corrisponde alle aspettative del cervello. Con il tempo, i soggetti hanno l'illusione di toccarsi la schiena.

Una volta che si sono abituate all'esperienza, il tocco viene leggermente ritardato. «Il cervello deve quindi trovare una spiegazione, come la presenza di un'altra persona», spiega Orepic.

Questa percezione errata di una presenza può portare ad allucinazioni. Per scoprire se questa procedura favorisce le allucinazioni uditive, gli scienziati hanno quindi fatto ascoltare ai soggetti rumori di fondo con un miscuglio molto debole di voci sconosciute, le loro stesse voci o nessuna voce.

Le persone sottoposte all'esperimento del robot che dava una pacca ritardata sentivano più spesso voci sconosciute nei rumori che venivano loro fatti ascoltare rispetto alle condizioni di controllo, anche quando non veniva aggiunta alcuna voce.

Sentire voci non vuol dire essere malati

Secondo il FNS, l'esperimento dimostra che le due teorie sullo sviluppo delle allucinazioni possono essere combinate. Conferma anche che i meccanismi alla base delle allucinazioni sono in realtà presenti in ogni cervello, rileva Orepic. «Ma per qualche ragione, alcuni sono più suscettibili di altri».

Come sottolinea il FNS nella nota, sentire le voci non significa necessariamente che ci sia una malattia.

Gli studi dimostrano infatti che il 5-10% delle persone è soggetto a questo fenomeno senza soffrire di una patologia, sente voci di persone care decedute o magari di un Essere Supremo.

mh, ats