Nonostante i divietiIn aumento le emissioni di 5 clorofluorocarburi dannosi per l'ozono
pl, ats
4.4.2023 - 11:48
Nonostante i divieti, le emissioni di cinque sostanze chimiche dannose per l'ozono sono aumentate in modo significativo, secondo un nuovo studio. Queste sostanze non rappresentano un rischio immediato per lo strato di ozono, ma hanno un impatto sul clima.
Keystone-SDA, pl, ats
04.04.2023, 11:48
04.04.2023, 11:51
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Le emissioni di cinque clorofluorocarburi (CFC), la cui produzione è stata vietata per la maggior parte degli usi nel 2010 in base al Protocollo di Montreal, sono aumentate rapidamente negli anni successivi, scrive oggi in una nota il Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca (Empa).
I CFC, un tempo ampiamente utilizzati nella fabbricazione di centinaia di prodotti, come spray aerosol, propellenti per schiume e materiali da imballaggio, solventi e refrigeranti, sono sostanze che distruggono lo strato protettivo di ozono della Terra.
Il problema è che gli stessi CFC sono in parte prodotti durante la fabbricazione di altre sostanze chimiche, sviluppate appositamente per sostituirli, la cui produzione, benché in contraddizione con i suoi obiettivi, è consentita dal Protocollo di Montreal. Fra queste sostanze sostitutive figurano gli idrofluorocarburi (HFC) e, più recentemente, le idrofluoroolefine (HFO).
Effetti ancora limitati
Secondo gli autori dello studio internazionale, queste emissioni secondarie non rappresentano attualmente una minaccia significativa per il ripristino dello strato di ozono. L'attuale aumento potrebbe tuttavia causare dei problemi in futuro.
Essendo potenti gas a effetto serra, queste sostanze hanno inoltre un forte impatto sul clima. Lo studio ha calcolato che le loro emissioni equivalgono alle emissioni di CO2 di un piccolo Paese come la Svizzera nel 2020, a circa l'1% delle emissioni totali di gas serra negli Stati Uniti, o a un millesimo delle emissioni globali di gas serra.
Inasprire il Protocollo di Montreal?
Gli autori dello studio fanno notare che le emissioni potrebbero essere ridotte o evitate riducendo le perdite associate alla produzione di HFC e distruggendo adeguatamente tutti i CFC coprodotti. «Dato il continuo aumento di queste sostanze chimiche nell'atmosfera, potrebbe essere il momento di prendere in considerazione un inasprimento del Protocollo di Montreal», afferma un coautore dello studio, Johannes Laube del Forschungszentrum Jülich.
Allo studio, pubblicato questa settimana sulla rivista scientifica «Nature Geoscience», hanno partecipato scienziati della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) statunitense, dell'Università di Bristol, dell'Empa e di altre istituzioni.